In un panorama musicale così variegato è sempre più difficile cercare di proporre qualcosa di davvero innovativo e interessante, che abbia anche una un'attitudine puramente rock. Nonostante questo, Rob Vitacca e Thomas Teufel hanno deciso di provarci a modo loro. Provenienti dalla Germania e con diverse esperienze alle spalle i due si impongono di suonare rock senza i due strumenti rock per eccellenza: basso e chitarra. I colpi assestati alle pelli, il suono caratteristico dell'Hammond e i sintetizzatori glaciali sono gli ingredienti di "Demons Of The Mind" - pubblicato via Century Media -, con il quale i The Alligator Wine propongono una piacevole viaggio attraverso i decenni che hanno caratterizzato la musica rock.
Psichedelica, blues e suggestioni pop si alternano senza soluzione di continuità, riuscendo ad avvolgere l'ascoltatore in atmosfere dark e retro, in certi frangenti quasi da film horror. Fin dalla scoppiettante "Shotgun", il duo propone brani dalle molteplici influenze, ma sempre riuscite e dal ritmo trascinante. Chiariamoci, la band non pretende certo di rivoluzionare la musica rock, ma le soluzioni proposte dai (pochi) strumenti suonati e l'intreccio delle voci si rivela in ogni caso efficace e adatta a tutte le diverse sfumature espresse. Tra i migliori brani del lotto troviamo la doppietta "Voodoo"-"Ten Million Slaves", due contorti viaggi allucinati.
L'esperimento degli Alligator Wine funziona bene: "Demons Of The Mind" è un album potrebbe intrigare chiunque sia appassionato di rock datato e che allo stesso tempo cerchi quel tanto di freschezza e originalità in più.