Sziget Festival 2014 - Il mondo dentro l'isola di Obuda
La nostra Annalisa Russo ci racconta l'intensa settimana di musica, divertimento e colori


Articolo a cura di Annalisa Russo - Pubblicata in data: 11/09/14

Sono giunta alla mia terza edizione dello Sziget Festival, uno degli eventi più grandi d’Europa che si svolge a Budapest, in Ungheria, e che quest'anno ha accolto artisti e spettatori dall'11 al 18 Agosto. L'isola di Obuda si trasforma in un piccolo mondo fatto di musica e di molto, molto altro: la musica è infatti solo una parte di quello che lo Sziget offre a chi lo vive.

 

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Si, perché lo Sziget si vive come se per quella settimana si avesse la possibilità di ricreare un mondo (quasi) perfetto. Un mondo fatto di tante nazionalità che giornalmente convivono e si incontrano all’interno della magica atmosfera del festival. Un mondo fatto di qualsiasi genere di intrattenimento si voglia, dal circo alla art zone, dal cibo tipico ungherese a quello straniero, dalla spiaggetta sul Danubio alla ruota panoramica, passando per il Magic Mirror - centro culturale di approfondimenti di vario genere - ad un “parco giochi” che ripropone in chiave ironica e satirica l'epoca della dittatura, con tanto di passaporto e procedure per il controllo documenti.

 

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Si vive l’esperienza del campeggio, il quale diventa quasi obbligatorio (anche per una non più ventenne come me) se si vuole assaporare la 'Sziget Experience' in maniera completa: quando, spossata ed al tempo stesso adrenalinica per la giornata di concerti, è giunto il momento di andare a dormire e riposare le membra in vista delle attività del giorno successivo, non devi neanche uscire dall'isola, ed in sottofondo continui a sentire musica, sette giorni su sette, rendendoti conto di essere in pieno contatto con l'isola che diventa realmente la tua casa e la tua famiglia: incontri persone nuove con le quali condividere le tue esperienze di musica e di vita, scopri che sei vicino-di-tenda di persone che hanno con te amicizie in comune, con le quali scoppi in una risata e ti perdi in racconti fino a notte fonda.

 

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Sei accolto dai responsabili di Sziget Italia come se fossero vecchi amici, con tanto di abbracci, senza per questo trascurare un'assistenza davvero professionale per ogni piccolo inconveniente che si manifesti. La “zona italiana” - che proprio “italiana” non è, vista la presenza di tanti giovani stranieri - diventa il tuo buongiorno mattutino, con tanto di ottimo caffè e fragranti brioches da gustare ogni mattina. È il luogo perfetto per rilassarsi nelle prime ore del mattino, o per avere un attimo di quiete e la possibilità di pranzare come si deve con un buon piatto di pasta.

 

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Dopo aver (ri)costruito il tuo piccolo universo felice, il passo successivo è costituito, ultima ma non ultima, dalla musica.

I palchi: tanti, quasi troppi - di certo impossibile seguirli per bene tutti. È concesso spazio ad ogni tipo di musica, dal folk al rock, dall’elettronica al crossover; peccato per il metal, un po’ messo da parte, col solo Volt Stage che ha ospitato alcune band ungheresi e, soprattutto, i fenomenali Korn. Una piacevole sorpresa che ho trovato è il palco European Stage, con gruppi italiani ed europei. Difficilmente dimenticherò Caparezza sotto la pioggia scrosciante, non solo perché mi ha causato un raffreddore che sto ancora tentando di combattere dopo quasi un mese dal Festival, ma soprattutto per l’euforia del pubblico, talmente impetuosa da far dimenticare a tutti i presenti le intemperie che stavano, anzi stavamo, subendo.

 

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Il Main Stage mi ha regalato qualche emozione e tante nuove scoperte. I Placebo e i Queens of the Stone Age hanno proposto degli ottimi concerti, ed addirittura ho potuto vedere un Josh Homme sorprendentemente allegro. Scoperta di questo festival è stato il concerto veramente strepitoso e coinvolgente dei punkers Anti Flag, così come ho trovato interessanti il giovanissimo Jake Bugg e gli ormai celebri Bastille. Tra gli headliner si nota una maggioranza di dj , tra i quali si è distino sicuramente Macklemore con uno spettacolo di fuochi e luci strabiliante. Il bill di quest’anno ha sicuramente richiamato un pubblico più giovane rispetto alle precedenti edizioni, e forse anche un po’ più maleducato, preso dalla foga della musica e dell'alcool.

oukast_sziget_ann3280_4_600Grandi gruppi come Miles Kane, The Bloody Beetroots, NOFX, e l'ormai celebre Stromae, “rilegati” (per modo di dire, visto che il capannone è molto grande) nello stage minore A38 ha causato non pochi problemi per l'entrata, costituita da piccoli cancelli metallici quasi impraticabili. Spero prendano provvedimenti e che cambino qualcosa il prossimo anno, se non altro per la sicurezza degli spettatori.

Per finire in bellezza, lo spettacolo dei 'PARTY': ogni giorno una festa diversa, di norma prima delle band più attese, costituita da palloncini, bolle di sapone, colori in polvere e stelle filanti che rendevano particolarmente giocosa l'area sotto il main stage.

Per noi addetti ai lavori c’è stata un'assistenza cortese e continua, anche se è stato particolarmente snervante vedere “professionisti” occupare l'area press per ore solo per chattare su facebook, rubando di fatto posto a coloro che ne avevano bisogno per mandare recensioni e foto al media accreditato. Tuttavia, considerando che lo Sziget è una realtà molto grande, per non dire immensa, i disagi riscontrati sono di gran lunga inferiore rispetto ai numerosissimi pregi che quest’esperienza ti regala.


Dopo esser tornata in patria, la nostalgia per questo mondo magico, fatto di felicità e spensieratezza, si scontra con la felicità di ritrovare la comodità e la dolcezza del letto di casa. Ma la nostalgia, lasciatemelo dire, è più grande di qualsiasi comfort.

All'anno prossimo, Sziget.




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