Con gli anni '80 e ‘90 a fare da decenni ispiratori, il sound dei nostri, pur abbastanza prevedibile, viene declinato con un'energia e una convinzione davvero empatiche: si passa dalle chitarre ruggenti di "Intensity" alla flanella AOR di "Trespass In Love", dai tocchi blues/southern di "Too Bad For Baby" e "Back", al glam metallizzato di "Victims Of Desire", con il timbro à la Ted Poley del singer in costante primo piano, un'attenzione certosina ai refrain e l'atmosfera generale che rimanda continuamente, e spesso in maniera sin troppo scoperta, a Baton Rouge, Danger Danger e Kiss. Tant'è che il resto dei brani lascia alquanto indifferenti, pur restando nel solco di una gradevole orecchiabilità.
In attesa di comprendere la longevità del progetto, i Passion esaudiscono, con buona lena, le fantasie musicali di quegli ascoltatori legati a un passato evidentemente ancora vivo e vegeto: negli States e non solo.