Quarant'anni e non sentirli: frase fatta, d'accordo, eppure quando si ha tra le mani un disco del calibro di "Ace Of Spades" risulta impossibile non ricorrere a qualche sentenza proverbiale o sintagma abusato per dare almeno un pizzico l'idea di un'opera destinata a rimanere in eterno del cuore dei rocker di mezzo mondo. Gli stessi Motörhead, nonostante abbiano realizzato altri platter di ottima fattura sia prima che dopo la release di tale capolavoro, vengono, ancora oggi, ricordati, citati, lodati - anche dai meno avvezzi a determinate tipologie di sonorità - soprattutto per l'Asso Di Picche. A partire da un anthem tutto borchie e pelle come la title track, che certo non necessita di presentazione alcuna, la tracklist del full-length si snoda attraverso una serie di pezzi memorabili e dal tiro assassino: NWOBHM, punk e speed metal appaiono centrifugati in uno stile sporco, adrenalinico, orecchiabile, prodromico, che catapulta Kilmister e compagnia direttamente nella storia della musica.
E per celebrare gli otto lustri dall'uscita dell'album su Bronze Records, la BMG non soltanto lo ristampa utilizzando i nastri originali, ma, nel suo sontuoso box set allestito a beneficio degli ascoltatori più esigenti, ne propone un'instrumental version in formato EP; a ciò, la label aggiunge un doppio LP, "The Good, The Broke & The Ugly", ricco di demo, B-side e rarità, e un paio di live, risalenti al 1981 e tratti dal tour "Ace Up Your Sleeves", tenuti rispettivamente al Parc Expo di Orleans e alla Whitla Hall di Belfast. L'interesse maggiore lo destano certamente le performance on stage dei britannici: entrambi i concerti, infatti, con una particolare menzione per la splendida esibizione francese, catturano una band all'apice della propria forza, capace di prodursi in un ineffabile mix di mestiere e crudezza e già prodiga di una scaletta da far arrossire colleghi di vaglia e di lungo corso. Da applausi, poi, sia una veemente versione di "Bomber" da parte delle Girlschool, sia una "Shoot You In The Back" in modalità esclusivamente strumentale e quasi superiore alla redazione definitiva; un totale che, alla fine, ammonta a settantatre tracce, davvero una manna dal cielo per collezionisti e non.
Lemmy, Eddie Clark e Phil Taylor sono passati a miglior vita forse troppo presto: basta, però, abbeverarsi alla fonte miracolosa di "Ace Of Spades" per ritrovare intatto lo spirito rock'n'roll di tre vecchi cowboy alle prese con basso, chitarra e batteria senza infingimenti né artifizi. Immortali.