MGMT: le nostre prime impressioni sul nuovo album omonimo
Si chiamerà come loro, MGMT, l'album che lascia la via maestra spingendo il duo newyorkese verso nuove frontiere sonore. Sony Music ci ha invitati alla proiezione di questo originale lavoro audiovisivo, che arriverà nei negozi il prossimo 17 Settembre.


Articolo a cura di Alberto Battaglia - Pubblicata in data: 07/09/13

"Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia e non quel che trova" diceva il vecchio proverbio. Vero, ma il coraggio con cui gli MGMT si sono messi al lavoro stavolta non va certo biasimato, bensì ammirato. Al contrario di molte band che, perdendo vari pezzi della propria ispirazione, si appiattiscono su modelli collaudati e dalla resa sicura i Nostri, invece, alzano la posta in gioco.

 

Bravi, e come? Rimuovendo gli elementi di facile presa, le melodie ammiccanti intonate con i synth e focalizzando i nuovi pezzi più sull'impatto del suono miscelato su stratificazioni in divenire. Non manca anche un piglio un po' freak, stramboide, a questa musica (suonano come una specie di Mercury Rev o Flaming Lips del futuro); tutto ciò della psichedelia ha soprattutto l'aspetto amorfo e non del tutto coerente, da non confondere con le alchimie controllate per bene di band come Tame Impala. Qui è davvero sperimentazione, nel senso scientifico della parola: ossia una prova dagli esiti incerti. Se non fosse che mancano del tutto le distorsioni di chitarra non sarebbe difficile smascherare una qualche parentela fra questi brani e la ondata acida fra 80, 90. Sono soprattutto gli strumenti a cambiare: Mente all'epoca si sperimentava con gli ammennicoli per chitarra ora gli MGMT smanettano con l'elettronica e con uno spettro ampliato di altre sonorità difficili da identificare nel mucchio in cui sono collocate.

 

mgmt_speciale_2013_02Senza troppo sbilanciarsi nel giudizio sembra che la sfida sia in buona parte vinta, anche se la resa complessiva dei pezzi appare un po' inconcludente in alcuni casi. Ma ciò che sarebbe più azzardato scommettere è che questo disco possa bissare il successo di vendite dei predecessori. Niente da ballare, pochi i pezzi con una melodia vocale riconoscibile, insomma, sarebbe tutto sbagliato se non fosse che l'originalità di queste nebulose spaziali da ascoltare ripaga almeno buona parte di quelle mancanze. Il fatto stesso di offrire in allegato al cd un cosiddetto "Optimizer", ossia un video (tra l'altro molto efficace) da proiettare in accompagnamento alla musica, lascia intendere quanto l'album sia stato concepito per una fruizione assoluta e non "di contorno" a qualche altra attività, che sia essa guidare, ballare, o altro.

 

La nostra impressione è che questa evoluzione degli MGMT in chiave anti-commerciale servirà ad accrescere, se non le vendite, il numero di voci che da più parti l'innalzano fra gli artisti più rappresentativamente moderni degli ultimi anni.

 




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