Direttamente dal Brasile, anni dopo la nascita della prima formazione, i Landfall riescono finalmente a pubblicare l'album d'esordio "The Turning Point". A Felipe Souzza (batteria) e Marcelo Gelbcke (chitarra), si sono aggiunti prima il bassista Thiago Forbeci e, infine, il cantante Gui Oliver (vecchia conoscenza in casa Frontiers), che hanno così completato la lineup.
La band fa confluire in questo lavoro tutto il proprio background, che deriva dall'hard rock e dall'AOR anni '80, riuscendo quindi a produrre pezzi efficaci e con la giusta dose di varietà. Se infatti l'opener "Rush Hour" preme sull'acceleratore, trasformandosi immediatamente in una corsa mozzafiato, già a partire da "No Way Out", i quattro spezzano il ritmo, assimilando più elementi ispirati maggiormente al melodic rock. Anche il resto della tracklist si muove sugli stesso binari, tra ballate guidate dal piano ("Don't Come Easy") e mid-tempo energici e coinvolgenti ("Road Of Dreams", "Roundabout").
"The Turning Point" è un titolo dal molteplice significato e rappresenta sicuramente una svolta nella carriera di questa giovane band, che dimostra di saper gestire in modo consono tutti gli elementi a propria disposizione. Il quartetto mette la firma su un album riuscito, che farà la gioia dei nostalgici degli anni '80. Buona la prima.