L'angolo oscuro #8
Le uscite più interessanti in ambito estremo della seconda metà di agosto


Articolo a cura di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 31/08/20
Ceneri, scorie radioattive, ghiaccio, BSDM: ce n'è per tutti i gusti in questa nuova selezione discografica riguardante il mondo estremo. Un mondo che non conosce pause distensive neanche negli ultimi spiccioli della stagione estiva.
 
 
atramentusstygian Atramentus - Stygian (20 Buck Spin)

Sostenendo sulle spalle il pesante dono dell'immortalità conferitogli dalla spada di Dio, un cavaliere cammina arrancando, mentre la neve scricchiola sotto i suoi piedi a ogni passo: poscia lo spegnimento del sole, l'uomo viaggia solitario fra le interminabili distese prive di vita del pianeta, con i ricordi delle persone amate, intrappolate in eterno nel ghiaccio, che lo schiacciano tristemente. Premessa fondamentale al fine di descrivere il clima cupo che si respira in "Stygian", notevole long palying d'esordio degli Atramentus, act québécois composto da membri di Chthe'ilist, Funebrarum e Gevurah. Funeral doom al quadrato, opprimente e dai tratti ambient, in preparazione addirittura dal 2012 e costruito per stringere l'ascoltatore in una morsa di gelo mortifero: elefantiaco e avviluppante.

Tracce consigliate: "Stygian I: From Tumultuous Heavens... (Descended Forth The Ceaseless Darkness)", "Stygian III: Perennial Voyage (Across The Perpetual Planes Of Crying Frost & Steel-Eroding Blizzards)"
 
 
cytotoxinnuklearth2020500x500 Cytotoxin - Nuklearth (Unique Leader Records)

Quarto megatone sganciato dai Cytotoxin, gruppo tedesco che nel 2017 smosse il mondo del death/grind più tossico e moderno con "Gammageddon". Ispirati, dal punto di vista tematico, dalla catastrofe della centrale di Chernobyl, il quintetto sassone in realtà ha sempre posto l'accento sulle conseguenze del disastro, presentando scenari post apocalittici sospesi tra il terrificante e il funesto. Nel nuovo "Nuklearth" diminuiscono sia il ricorso, spesso gratuito, allo sweep picking, sia le ingenuità infantili in 8-bit; predominano, invece, un orientamento groovy e un alleggerimento strutturale dei brani, elementi che consentono una gradevole fruizione del disco, aromatizzato oltretutto da insospettabili fughe melodiche. Non, dunque, un mero e freddo sfoggio di tecnica, ma un manufatto dal sapore variegato, che guarda ad Aborted, Benighted e Omophagia attraverso la lente deformata delle radiazioni nucleari. Attenzione ai funghi atomici!

Tracce consigliate: "Atomb", "Lupus Aurora", "Soul Harvester", "Nuklearth"
 
 
panzerfaust__the_suns_of_perdition__chapter_ii_render_unto_eden Panzerfaust - The Suns Of Perdition - Chapter II: Render Unto Eden (Eisenwald Tonschmiede)

Occorrono grande spirito e coraggio per intraprendere una tetralogia: un progetto enorme a firma Panzerfaust, combo canadese piuttosto esperto lontano, però, dalla luce dei riflettori in ambito estremo, almeno sino al 2019. Dopo l'uscita, nello scorso anno, di "The Suns Of Perdition - Chapter I: War, Horrid War", album grazie al quale i nordamericani ottennero finalmente un certo riscontro critico, tocca adesso a "The Suns Of Perdition - Chapter II: Render Unto Eden" continuare il discorso avviato dal predecessore senza farne rimpiangere l'efficacia. Questa seconda parte sposta il focus dalla guerra alle religioni: il quadro dipinto, depurato dagli ardori bellici, sa di rovina e disagio permanente, di blackened death atmosferico e momenti shoegaze, di impasti industrial e strapiombi doom. Un'opera densa come un saggio e a cui appare difficile rimproverare qualcosa, se non di terminare troppo presto, malgrado i suoi quarantaquattro minuti di durata. Chapeau!

Tracce consigliate: "Promethean Fire", "Areopagitica", "Pascal's Wager"
 
 
tsatthoggua__hallelujah_messiah Tsatthoggua - Hallelujah Messiah (Osmose Productions)

Un paio di ottimi full-length alla fine degli anni '90 e poi il vuoto: ora, la breve compilation "Hallelujah Messiah" riporta in auge i Tsatthoggua, formazione teutonica che, nonostante il moniker lovecraftiano, lascia alla letteratura i mostri concepiti dall'autore di Providence. I musicisti del Nordreno-Vestfalia propinano agli appassionati un black violentissimo, claustrofobico, dalla produzione cruda, dalle malvagie influenze grind/industrial/thrash, declinato con un approccio alla materia irriverente e apertamente anticlericale. Bondage e sadomasochismo le linee guida iconografiche e testuali di un lavoro utile specialmente a coloro che ignorano l'esistenza di una band non presa, a torto, mai davvero sul serio. Sul solco annichilente e kitsch di Impaled Nazarene e Sadistic Execution.

Tracce consigliate: "The Belief", "Niemals Geboren", "Status Stürmer"
 
 
voracious_scourge__in_death Voracious Scourge - In Death (Massacre Records)

Aad Kloosterwaard (Sinister), Mike Smith (Suffocation), Tony Choy (Atheist, Pestilence), Billy Richard (Cranial Sledge), Jason McIntyre (Suture): la line-up dei Voracious Scourge parla da sé e il risultato non lascia assolutamente delusi. "In Death", debutto sulla lunga distanza del supergruppo a stelle e strisce, contiene nel titolo l'essenza della propria identità: death metal old school, feroce quanto basta, non eccessivamente intricato, catchy il giusto, adatto ai devoti della vecchia guardia e a chi desideri un compendio di storia patria scritto a dovere. Gli ospiti di livello si sprecano (Andy La Roque, James Murphy, Tony Tipton tra gli altri), la mattanza è assicurata: pollice in alto, ragazzi!

Tracce consigliate "Heaven's Scorched", "In Death", "Born Dead" (Death cover)

 




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