L'angolo oscuro #7
Le uscite più interessanti in ambito estremo della prima metà di agosto


Articolo a cura di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 16/08/20
Ferragosto baciato dalla fortuna, almeno per chi adora le derive più estreme del metallo. Vediamo in dettaglio le release in uscita, che di estivo hanno soltanto la data di pubblicazione.
 

Batusbatushkaraskol2020576x5761_01hka - Raskol (Witching Hour Productions)

Ah sì, i cari Batushka, la saga infinita di un affare andato a male, con due ex partner che continuano, malinconicamente, a beccarsi a vicenda: un esecrabile peccato mortale per una delle realtà una volta più promettenti e affascinanti del panorama black metal europeo. Ora, a dodici mesi da "Hospodi", un LP soltanto dignitoso, il moniker proprietà di Bartłomiej Krysiuk prova, attraverso l'EP "Raskol", a recuperare una credibilità musicale compromessa da litigi e ripicche. Bisogna osservare, a onor di giustizia, che il polacco riesce quantomeno a posizionare il mini sulle coordinate di quel mood ritualistico tipico del vecchio combo evitando di ripeterne pedissequamente gli stilemi. Salmodie ortodosse e bordate nere si alternano, dunque, in maniera equilibrata e col giusto pathos, catapultando l'ascoltatore nel clima tutto incenso e veleno che contraddistinse il fulminante "Litourgyia". La risposta del fu sodale Krzysztof Drabikowski, condizioni di salute permettendo, non si farà attendere a lungo. 

Tracce consigliate: "ирмос I", ирмос IV", ирмос V"


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Ingested - Where Only Gods May Tread (Unique Leader Records)

Se forgiare la pesantezza schiacciante all'interno della carne molle dei singoli brani rappresenta l'obiettivo principale degli Ingested, il secondo proposito consiste nell'aggiungere profondità e contenuto emotivo alle canzoni. Una componente, quest'ultima, minoritaria quando guardiamo alla feroce formula dei mancuniani, ma che sembra un elemento in grado di differenziare il brutal a forti tinte deathcore di "Where Only Gods May Tread" da quello tetragono delle release precedenti. Il focus non casuale sulla melodia e sul groove, il cantato ricco di pathos di Kirk Windstein (Crowbar), ospiti del calibro core di Matt Honeycutt (Kublai Khan) e Vincent Bennett (The Acacia Strain), costituiscono degli indizi chiave al fine di poter parlare di un sibillino cambio di rotta. Per il resto, gli inglesi pestano e stritolano da esperti del settore.

Tracce consigliate: "Follow To Deceiver", "Impending Dominance", "Leap Of The Faithless"

 
 
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Malus Votum - Tradition (Lunar Apparitions)

Vento gelido dal New Hampshire: Goatlord e Grond Nefarious, coppia diabolica dei Malus Votum, esordiscono sulle scene del black metal atmosferico e apocalittico con "Tradition", già uscito in realtà a marzo in veste di autoproduzione, e adesso fortunatamente ristampato per l'intero ecumene estremo da Lunar Apparitions. Situati tra Abigor e Summoning, gli statunitensi intrecciano, nelle quattro tracce del loro denso primo full-length, violenza distruttiva, eufonie inquietanti e flussi epico/eterei in pieno spirito second wave e con un pizzico di flavor cascadian. Le graffianti e maligne voci del duo, un'incisione deliberatamente di terza classe e i testi metafisici, concorrono a completare la fisionomia di un disco che, nonostante appaia radicato decisamente negli anni '90, suona abbastanza fresco e ficcante nel suo passatismo riverente. Adatto a chi desidera qualche brivido nel comodo salotto di casa. 

Tracce consigliate: "The Feast On The Mountain", "Wolf Age"

 

onslaught1Onslaught - Generation Antichrist (AFM Records)

In un momento storico nel quale le band spesso pubblicano lavori dalla durata di cinquanta o più minuti, trentasette sembrano quasi anacronistici; defalcati un paio dall'introduzione, abbiamo di fatto una mezzoretta leggermente abbondante e poco altro. Tale il caso di "Generation Antichrist", settima fatica a firma Onslaught, antichi portabandiera del thrash britannico, sulla breccia dal 1983, autori di album di valore diseguale e vessati da una deleteria instabilità di formazione. Con il chitarrista Nige Rockett, unico membro della line-up natia, in cabina di regia, gli albionici piazzano una serie di vere e proprie saette tritasassi, veloci, aggressive, tra reminescenze di Slayer Motörhead e un plot di pura iconoclastia. Certo, il songwriting non dice nulla di particolarmente nuovo e la prestazione vocale di David Garnett, sostituto di uno Sy Keeler transfuga a registrazioni avanzate, non convince appieno, eppure il lavoro funziona, e discretamente anche. Martellate da veterani.

Tracce consigliate: "Generation Antichrist", "Addicted To The Smell Of Death", "A Perfect Day To Die"

 

terminalnation_cover1_03Terminal Nation - Holocene Extinction (20 Buck Spin)

Nel provocatorio titolo "Holocene Extinction", i Terminal Nation dall'Arkansas sintetizzano un concetto chiave: il pianeta Terra è, sotto ogni punto di vista, sull'orlo del collasso. La corruzione politica, gli effetti devastanti del climate change, il capitalismo avido, i disordini civili, la stagnazione culturale, le faide religiose: aspetti preoccupanti che il quintetto di Little Rock eviscera senza mandarle a dire, con un debutto che funge sia da monito per l'umanità sia da dichiarazione di guerra. Background hardcore e sovraccarichi death per un lotto di pezzi taglienti, sbeccati, non troppo rifiniti, che si abbattono impietosi su un mondo incapace di salvare sé stesso dalla rovina e ormai prossimo all'implosione. Nails, Power Trip e Xibalba incrociano finalmente dei degni compari: allacciate le cinture!

Tracce consigliate: "Cognitive Dissonance", "Arsenic Death", "Age Of Turmoil"

 

 




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