L'angolo oscuro #25
Le uscite più interessanti in ambito estremo della prima metà di giugno


Articolo a cura di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 15/06/21
Black, death, doom e thrash protagonisti di questo giugno oscuro e malefico.
 
atriumcover_01Atrium - Ancient Spells (Signal Rex)

Nonostante la firma con Signal Rex, la label portoghese per antonomasia in quanto a garanzia di crudeltà, il punto di forza principale degli Atrium consta nell'equilibrio stilistico del proprio sound. "Ancient Spells", debutto assoluto della one man band colombiana, mostra un arcigno e furioso black metal incassato in trame di sintetizzatori al limite del dungeon e percorso da brevi passaggi eterei, con una costruzione del songwriting simile a quella di altri solo project del settore, quali Paysage d'Hiver e, soprattutto, Evilfeast. Eludendo le insidie in cui cascano di solito numerose band, che sacrificano sull'altare della bellezza evocativa l'aggressività loro connaturata, la mente compositiva di L. Magister riesce a bilanciare entrambi gli elementi, spargendone le semenze in un vasto territorio underground piacevolmente rétro. A tratti i tempi rallentano, incuneandosi attraverso oscuri meandri doom, ma fondamentalmente sono i denti aguzzi del trve kult ad avere la meglio, azzannando alla carotide l'ascoltatore quando meno se lo aspetta. Brani lunghi e simmetrici, colpevoli soltanto di trarre forse troppa ispirazione dalla creatura del polacco GrimSpirit: buona la prima, comunque.

Tracce consigliate: "The Iron King", "Despair Of Silence", "Overture"
 
behemothcoverBehemoth - Evangelion (Metal Blade Records)
 
Affinato il transito dal black al death con "Demigod" (2004) e "The Apostasy" (2007), i Behemoth, nel 2009, pubblicarono "Evangelion" (2009), un lavoro di consolidamento dotato, però, di una violenza straordinaria. I minimi momenti di orecchiabilità disseminati qua e là non impediscono al platter di grondare sangue e blasfemia, e resta difficile, per tutti i veri metalhead, non tirare fuori dal guardaroba code e corna satiresche e lanciarsi in un headbanging bestiale. Mancano delle canzoni davvero memorabili, ma, allo stesso tempo, non esistono filler per Nergal e soci, abilissimi nel restare ai vertici dopo due album di livello eccezionale puntando su una formula vicina al brutal e senza eccedere in inutili ridondanze. Metal Blade ha deciso, dunque di ristampare, esclusivamente su vinile, il nono full-length dei polacchi, regalando agli appassionati un'edizione elegante e preziosa dell'ultimo long playing realmente feroce del trio. Shemhamforash!
 
Tracce consigliate: "Daimonos", "Shemhamforash", "The Seed Ov I", "Alas, Lord Is Upon Me"
 
decapitatedcover.Decapitated - The First Damned (Nuclear Blast)
 
Continuiamo con le ristampe in ambito death, occupandoci di "The First Damned", la raccolta delle prime due demo dei Decapitated originariamente pubblicata nel 2000 da Metal Mind Productions e ora edita attraverso Nuclear Blast. La possibilità di stringere tra le mani "Cemeterial Gardens" (1997) e "The Eye Of Horus" (1998), oltre a consentire all'ascoltatore di rovistare nel passato stilistico dei polacchi, lo lascia anche sbalordito sia per la qualità delle registrazioni, sia per le incredibili capacità tecniche dei musicisti, soprattutto quelle esibite dai fratelli Kieltyka, all'epoca poco più che adolescenti. Malgrado il desiderio di strafare porti il giovanissimo quartetto a mettere troppa carne al fuoco nelle singole tracce, i prodromi di grandi album come "Nihility" (2004) e "Organic Hallucinosis" (2006) risiedono proprio qui, nei labirinti di un brodo ancestrale che cita Suffocation e Morbid Angel senza timori reverenziali e con una personalità già spiccata. Un antipasto prelibato, ottimo al fine di ingannare l'attesa di un nuovo album che, secondo i rumors, dovrebbe segnare il classico back to the roots: incrociamo le dita.
 
Tracce consigliate: "The Eye Of Horus", "The First Damned", "Cemeterial Gardens"
 
flotsamandjetsamcoverFlotsam And Jetsam - Blood In The Water (AFM Records)
 
Con trentacinque anni di carriera alle spalle, i Flotsam And Jetsam sono ancora in gara, e non certo per rivestire il ruolo di comparse. Massicci ed epici come quasi sempre nella loro storia, i veterani statunitensi, guidati dall'inossidabile frontman Eric "AK" Knutson, tornano all'assalto da veri panzer blindati con "Blood In The Water". Sembrava un'impresa ardua consegnare un platter del calibro dello scorso "The End Of Chaos" (2019), eppure gli yankee raggiungono l'obiettivo con buona scioltezza, grazie al dispiegamento di tutto il know-how in loro possesso. Il power/thrash novantiano esperito dal quintetto di Phoenix brilla di velocità, efficienza e melodia, benché la seconda parte del disco risulti leggermente meno eccitante; si tratta, comunque, di questioni di lana caprina, considerata l'energia tritaossa sprigionata dal lotto e la qualità media dei pezzi proposti. Un lavoro degno rivale delle ultime fatiche di Death AngelOverkill e Testament e sicuramente un gradino sopra la maggior parte di ciò che AnthraxMegadethMetallica e Slayer hanno realizzato di recente. Applausi a degli outsider di grana grossa.
 
Tracce consigliate: "Blood In The Water", "Place To Die", "Reaggression"
 
griefcollectorcoverGrief Collector - En Delirium (Petrichor Records)
 
Con pochi anni di esistenza e soltanto un EP alle spalle, "From Dissension To Avowal", rilasciato nel 2019, i Grief Collector in teoria sembrerebbero dei parvenu nel modo della musica del destino, ma, a vedere i nomi coinvolti, di certo al gruppo l'esperienza non manca. E per una buona ragione: Matt Johnson e Brad Miller non sono al primo progetto importante, mentre lo spettacolare curriculum, il carisma e le iconiche capacità vocali di Robert Lowe (Tyrant, Solitude Aeturnus, Candlemass) parlano da sé. Dopo la firma con Petrichor Records, il gruppo ha cambiato marcia e l'esordio, "En Delirium" si mostra all'altezza della perizia del power trio, esaltata da una produzione ottima nel dare il giusto risalto, come il genere vuole, alla pesantezza delle chitarre e della sezione ritmica. Nei nove episodi dell'album troviamo l'essenza plumbea e monolitica del doom tradizionale, i suoi assoli malinconici molto ottantiani, i riff che incidono il marmo delle lapidi; l'act a stelle e strisce non si discosta mai veramente dalla formula, eppure i paesaggi di desolazione dipinti in ciascun brano appaiono, di volta in volta, diversi e stranamente accattivanti. LP lugubre e impeccabile.
 
Tracce consigliate: "Wintersick", "Knee Deel In Devils", "Misery Mongers"



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