Il CD non morirĂ  mai
Riuscite ad immaginare un mondo senza CD, vinili o cassette, sommerso solo da impalpabili gigabyte di mp3?


Articolo a cura di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 15/09/13

Chi denigra la qualità del CD deve sapere che questo ha senza alcun dubbio una gamma dinamica migliore, un rumore di fondo migliore, ogni singolo aspetto è di gran lunga superiore al vecchio vinile. Chiunque pensi che il vinile abbia questa qualità speciale, beh, non ha vissuto le ore della depressione che ho avuto io, quei giorni interminabili impegnato negli studi di taglio, cercando di ottenere ciò che tu stesso hai creato in studio per settimane o mesi su un pezzo di plastica nera.” (Ian Anderson)

 

Il CD non morirà mai.

speciali_2013_cd_bbNon è l’affermazione di un irriducibile nostalgico intimorito dall’era dell’etereo dominato da file mp3 e streaming online, da sterminate librerie digitali e negozi musicali ideati esclusivamente per la rete. È, semplicemente, il risultato di una lunga cogitazione che negli ultimi tempi il sottoscritto si è posto. È, semplicemente, il rendersi conto che in generale il supporto fisico, materiale, tangibile non scomparirà mai. Sarà meno diffuso rispetto un tempo (possiamo avere decine di migliaia di mp3 in poco tempo e legalmente senza preoccuparci di dover comprare l’ennesima colonna porta CD, ma solo dei gigabyte del nostro disco rigido), spesso mancherà del materiale bonus invece presente nelle edizioni iTunes dei vari album degli artisti (scelta a dir poco discutibile, con un’industria che lamenta in continuazione cali di vendite e di fatturati), ma come è possibile immaginare la stanza di un appassionato di musica senza una catasta di album sulla scrivania, sulle mensole, sulle colonne porta CD che paiono grattacieli in miniatura? Come si può rimanere freddi ed insensibili dinanzi ad un impianto stereo il cui laser del lettore si rattrappisce a causa del suo prematuro ed ingiustificato pensionamento?

Immaginate di entrare in una biblioteca e di non trovare neppure uno scaffale, ma solo un enorme elenco su cui poter scegliere l’e-book dell’opera preferita. Anzi, neppure un enorme elenco cartaceo, ma un pratico, elegante ma al contempo triste tablet sul quale poter consultare la biblioteca virtuale. Comodo, ma triste, non vi pare? Il fascino di avere tra le mani un libro, l’emozione di sfogliare le pagine, l’odore della carta consumata che ha visto e vissuto i più disparati esseri umani, dall’intellettuale con la puzza sotto il naso al ragazzino curioso. Ora traslate questa situazione nell’ambito musicale, ed immaginate per un attimo di non aver più possibilità di acquistare un CD.

young_man_looking_through_cds_in_music_store_400pxImmaginate di aver preclusa per sempre la possibilità di poter compiere quel rito poetico, mistico che si attua subito dopo aver scartabellato più e più volte le varie sezioni, dopo aver setacciato ogni centimetro del negozio di musica, dopo aver trovato il tanto agognato album, dopo aver magari trovato un inaspettato ed intrigante misconosciuto artista, dopo aver consegnato i soldi alla cassa: l’osservare minuziosamente l’artwork, virare l’attenzione oculare verso i titoli delle canzoni scritti sulla parte posteriore della custodia, scartare con cura e devozione l’involucro di plastica che protegge la reliquia dai possibili graffi, oppure eliminare il cellofan con il vigore estremo tipico dell’impaziente ed eccitato fan che non vedeva l’ora dell’uscita dell’album tanto atteso. Riprendere fiato e calma, contemplare il libretto interno, memorizzare all’istante foto, scritte, testi, appunti, annotazioni eventuali mentre con la mano più abile si coglie con delicatezza estrema il supporto ottico, quasi fosse un’ostia sacra, per poi inserirlo con devota dovizia e timore ed emozione ed eccitazione nel lettore CD. Iniziare l’ascolto nella più completa concentrazione. L’ansia nata dal timore di non poter essere dinanzi al capolavoro tanto immaginato, tanto sperato. La gioia delle conferme. Lo stupore per un’inaspettata bellezza, per un non calcolato tuffo al cuore che solo un certo tipo di musica può trasmetterti e trafiggerti.

Certo, se un album è bello, se un brano è emozionante, lo saranno anche nell’impalpabile versione mp3 ed in qualunque loro forma possibile, anche nell’audiocassetta più consumata sulla faccia della Terra (chissà se le nuove generazioni hanno mai provato l’emozione dell’irrimediabile eppure affascinante degrado costante delle cassettine consumate a furia di ascolti nel walkman. Ma stiamo divagando, questa è un’altra storia, chiedo venia). Ma senza quel rito dal sapore mistico, ai limiti del sacro, viene a mancare buona parte del fascino della scoperta, dell’attesa, dell’affamata ricerca di un qualcosa che rimanga, di un qualcosa che, pur nel suo essere prodotto di ed in massa, diventa unico per il possessore.

 

Il CD è un tecnologico aedo, in grado di evocare ricordi, episodi, immagini di periodi ben precisi che ognuno di noi ha vissuto: ascoltare “Dance Of Death” degli Iron Maiden in riva al mare, con le onde che s’ingrossano ed il sole incandescente divorato dai flutti del Tirreno mentre le vacanze estive di un quindicenne abruzzese volgono al termine, trovarsi tra le mani “Nevermind” dei Nirvana come regalo di compleanno dei 14 anni ed essere scossi ed emozionati quasi si avesse in mano il Sacro Graal, regalare un particolare CD ad una persona che si e ci considera speciale, avere “Californication” come propria colonna sonora dei viaggi in auto e senza aria condizionata, e via di questo passo, stordire i vicini con i Mötley Crüe durante una festa di 18 anni, e via di questo passo...

 

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Ci sono tanti aspetti che diamo per scontato, ma che solo i CD (e prima ancora le musicassette, e prima ancora i vinili) possono donarci. Paradossalmente, quei soli 74 minuti che al massimo un disco compatto di musica è in grado di offrire hanno il vantaggio di salvarti da qualsiasi possibilità di caos e disorientamento che invece un lettore mp3 da svariati gigabyte può rifilarti tra capo e collo. E, no, la possibilità di creare più playlist non è la stessa cosa.

Il CD non morirà mai. Se il vinile è resuscitato guadagnandosi anche una certa fetta di mercato, come può il supporto più influente di un’intera decade e più cadere rovinosamente e scomparire del tutto nell’aspra battaglia con l’impalpabile tecnologia odierna?




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