AWOLNATION - Angel Miners & The Lightning Riders
Il quarto disco del progetto californiano nasce dalle ceneri, rappresentando un autentico prodotto di riscatto


Articolo a cura di Ludovica Iorio - Pubblicata in data: 04/05/20
Non è facile risollevarsi quando la vita ti mette alla prova. Un periodo difficile può minare alcune delle certezze prima date quasi per scontate: nel caso specifico del mastermind degli AWOLNATION, Aaron Bruno, questo ha preso la forma del vasto incendio divampato nel territorio californiano nel novembre 2018 e che ha raso al suolo il suo home studio, spazzando via non un mero studio di registrazione ma, di fatto, uno dei luoghi più importanti della sua carriera musicale. Questa vicenda è stata da lui definita una "strana benedizione", che gli ha permesso di reinventarsi e di creare, nelle stanze della sua casa attrezzate alla bell'e meglio, nuova musica. Un atteggiamento di ripartenza da zero accompagnato da uno sguardo proiettato verso l’avanti, che ha stimolato la creatività e l’ispirazione per la composizione del nuovo “Angel Miners & The Lightning Riders”, fresco di pubblicazione via Better Noise Music.

Il quarto album in studio di Bruno & Co. (Isaac Carpenter, Zach Irons, Daniel Saslow e Michael Goldman) esplode sin da subito con “The Best” - di cui recentemente è stata resa disponibile un’alternative version con la partecipazione di Alice Merton - in cui i suoni roboanti delle chitarre uniti a tocchi provenienti dall’elettronica più moderna sottolineano l'ipercriticismo e la malsana pressione che poniamo nei confronti di noi stessi per essere semplicemente "i migliori". Il concept dell'ancestrale dualismo bene/male viene descritto con due canzoni apposite e che incarnano le due anime del disco: “Slam (Angel Miners)”, col suo beat da videogioco, si focalizza sulla sensazione, ai limiti della paranoia, di avere costantemente gli occhi puntati addosso; e “Lightning Riders”, che brilla di speranza nell'apparente totale oscurità dei momenti bui. Altro cuore pulsante del lotto è “California Halo Blue”, rivestita di un’aura sognante evocata dai synth. 

“Mayday!!! Fiesta Fever”, realizzata in collaborazione con Alex Ebert (Edward Sharpe and the Magnetic Zeros), racconta sia letteralmente che strumentalmente il progetto Awolnation: “All I wanna do is play rock and roll at a disco party”. Quest'attitudine musicale, un po' nerd se vogliamo, caratterizza anche il frontman dei Weezer, Rivers Cuomo, personaggio da sempre stimato da Bruno (nonché di origini italiane come lui) e ospite al microfono nel brano "Pacific Coast Highway (In The Movies)", dove la melodia rilassante da vacanza fa da antitesi al "crollo delle illusioni": a volte l'immagine della soleggiata celebre autostrada, idealizzata dal mondo cinematografico, si scontra, al momento della sua percorrenza, con quella reale, ingrigita dal tempo nuvoloso. Inoltre, nell'ottica di un sano campanilismo, non può passare inosservato il brano “Half Italian”, in cui Bruno afferma l'influenza nella nostra vita dell’ambiente che ci circonda, a partire dal nucleo familiare, e su cui non abbiamo molto controllo. In conclusione troviamo la brillante “I’m A Wreck”, che ricalca sommariamente la struttura della traccia di chiusura dell’album precedente, "Stop That Train", con una mutazione evidente, mitigata da una sezione d’archi, da una ballad di matrice pop ad una cavalcata in stile alt-rock accompagnata da scream abrasivi, che confermano una certa versatilità vocale del cantante.
 
“Angel Miners & The Lightning Riders” è un ritratto autentico di un uomo con le sue fragilità e, d'altra parte, la sua voglia di riscatto. E' un disco che potrebbe far storcere il naso ai puristi del mondo musicale, ma è innegabile che il risultato sia inatteso e sorprendente. Per chi scrive, il progetto AWOLNATION riesce ancora una volta nel suo intento: generi completamente differenti (così come i colori bianco e nero), a patto che vengano opportunamente accostati e non snaturati, riescono ad esaltarsi a vicenda.






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