Sziget Festival 2010
Diario dell'evento musicale piu' variopinto dell'anno


Articolo a cura di Annalisa Russo - Pubblicata in data: 12/08/10
DAY 1

Varcare il ponte che da Budapest porta all’isola di Obuda, dove si svolge il Sziget, è un po’ come passare da un mondo (quello delle normali abitudini quotidiane) ad un microcosmo tutto particolare. Qui le stravaganze e le follie sono la normalità, nell'aria si possono sentire le lingue più svariate, la gente è ovunque, accampata in una tenda o addormentata al bordo della strada. Ad accogliermi è un ambiente verdeggiante che fornisce, nelle ore piu’ calde, un po’ di refrigerio. Di prima mattina in molti sono già alticci, o con un bicchiere di birra in mano (i prezzi sono bassissimi: un boccale costa poco piu’ di 1 euro); eppure non vi è traccia di manifestazioni di violenza o di irruenza, né durante il giorno né durante le ore notturne. Solo allegria a fiumi.

Mi guardo intorno e vedo stand gastronomici, stand informativi, stand di ogni tipo. L’isola è attrezzata come una vera e propria cittadella e tutto è regolato da un'organizzazione impeccabile. Tutti gli addetti si dimostrano ono gentilissimi; l'isola è disseminata di punti informativi ai quali chiedere le varie direzioni e i piazzamento dei palchi. C’è anche una cappella, dove è persino stata data la possibilità di sposarsi. Oltretutto, noi addetti stampa abbiamo a disposizione un area ‘vip’: una zona molto ombreggiata, attrezzata con tavolini, amache, mega ventilatori e bar.

Nel mio primo giorno di festival ho cominciato a prendere confidenza con i palchi e con le istruzioni per fotografare. Ho vagabondato per la ‘strada commerciale’, come potremmo chiamarla… Una via piena di bancarelle di ogni genere, per lo piu’ di merce etnica, ma ci si puo’ trovare anche un tatuatore, artigiani che lavorano la terra cotta e l’argento... Ho conosciuto altri fotografi italiani, con i quali abbiamo fatto ‘gruppo’, soprattutto per i momenti di relax, o per discutere di fotografia e musica.

Arrivi alle 20 e sei già cotto a puntino, dopo una giornata di fotografie e concerti. Ma è impossibile andare via presto, senti che perderesti troppo, senti che sarebbe come sprecare del tempo prezioso qui al Sziget.

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DAY 2

 
Il secondo giorno allo Szigest è già sufficiente per prendere più confidenza con la location, ma ancora senti di non aver visto tutto... Gli occhi si riempono in ogni momento di nuove cose, oggetti, persone, situazioni.

I palchi sono tantissimi, ed ognuno con un genere musicale diverso. Si va dal palco di musica etnica, a quello metal, visitando nel frattempo gli stage dedicati al blues e al jazz. Tutti questi palchi sono distanti l'uno dall'altro (tranne il palco di musica Indie e il palco Metal che sono affiancati), per permettere ai suoni di non disturbarsi tra loro. Questo, però, rende difficile seguire tutto, soprattutto quando ci sono concerti che si svolgono in contemporanea; allora sei costretta a correre da una parte all'altra dell'isola, lungo le sue tortuose stradine, per cercare di assistere a quanta più musica possibile.

Durante queste scorribande, ho scoperto il 'villaggio Ungherese' (sempre all'interno del Sziget), un luogo che mi ha molto divertita grazie al suo nucleo di stand gastronomici di prodotti tipici, e un tendone dove si svolgono danze tradizionali folkloristiche. Lì ho scovato anche un gruppo di ballerini molto giovani in abiti tradizionali, che con la loro danza hanno portato molta allegria coinvolgendo spesso anche il pubblico. Una vera sferzata di buon umore.

Dopo quanto ho potuto vedere oggi, credo sempre di piu' che, oltre all'organizzazione veramente impeccabile ed alla musica, la forza trascinante di questo festival siano le persone, a prescindere dalla loro etnia, provenienza o età. Qui tutti convivono pacificamente, trascinandosi l'un l'altro danzando, cantando, giocando. E se non conosci nessuno, non c'è alcun problema: nel giro di poco potrai conoscere sicuramente persone con cui condividere questo ambiente di grande allegria governato da un pizzico di follia che non guasta affatto.
 

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DAY 3

 
Appena arrivata nella piazza del Main Stage, mi accorgo di un gruppo di ragazzine riunitosi attorno all'area del parterre. Alcuni zaini sono appoggiati alla transenna, ma la security comincia a fare cenno di allontanarsi dall'area. Le ragazzine sono scalpitanti, e appena entrano bassista e batterista dei 30 Seconds To Mars, capisco che la band non gradisce la presenza dei fan durante il sound check, anche se sinceramente non ne capisco il motivo, visto che si tratta di una ventina di persone. Le ragazze impazziscono alla loro vista e cominciano ad urlare e danzare. Sorrido, un po' perché avranno tutte sui sedici, massimo vent'anni, un po' perché alcune di loro non sembrano essere molto esperte di lunghe e snervanti attese sotto il sole, visto che il loro pranzo consiste in un pacchetto di tuc salati e una mini bottiglietta di acqua. Durante alcuni concerti (i più pesanti, tra l'altro) ho scorto addirittura ragazzini di circa dieci anni. Alla fine del sound check la rituale corsa di queste adolescenti infiammate che trascorreranno una caldissima giornata in transenna per i loro idoli.

Mi piace camminare di giorno, per cogliere tutte le sfaccettature della vita dentro al festival. La gente é rilassata, stordita forse dalle bevute e dai bagordi della sera prima, ma si cammina con calma tra le bancarelle, e camminando la musica ci raggiunge in lontananza dai palchi... Odore di carne arrosto e cipolla (ingrediente base della cucina Ungherese) ti accolgono ad ogni ora. Non c'è un orario prestabilito per pranzare o cenare, i ristoranti ed i fastfood sono aperti ad ogni ora del giorno e della notte. Oltre al forte odore di cipolla grigliata, trovi ogni tipo di ristorante: dal thailandese, al cinese, dalla pizza ai kebab, dagli hot dog pieni di ogni cosa, ai frullati di carote ed arance. Con un caldo simile ci dovrebbero essere piú stand di frutta. Ne ho trovato solo uno.

La sera il festival si popola in maniera impressionante, tanto che diventa quasi impossibile spostarsi da un palco all'altro. Gente ovunque, la maggior parte della quale assolutamente brilla. Delusione della giornata: i 30 Seconds To Mars hanno proibito le foto, e dopo aver ascoltato qualche canzone per la primissima volta, annoiata me ne sono andata altrove.

A domani con la giornata metallara: sul palco gli Iron Maiden e prima di loro (anche se la loro proposta non ha niente a che vedere con l'heavy metal) i nostri compatrioti Subsonica.


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DAY 4


Tornati a casa, con tutta l'adrenalina di una settimana vissuta intensamente, faticosamente, allegramente, si riguardano le foto, e si pensa al Sziget come ad una vacanza felice. Tornati alle cose di ogni giorno, e molto presto al lavoro, si ripensa a tutto quello che un festival come questo ti ha lasciato nel cuore. Su quella "isola felice", un pò alla Peter Pan, sono stati giorni di totale abbandono, dei problemi quotidiani. Musica, amici, sole, birra e tanta allegria.


L'ultimo giorno per me personalmente è stato il coronamento di questa vacanza veramente felice. Ho potuto vedere da vicino, e fotografare il mio gruppo preferito: i Muse.


E ripensando a questo festival posso solo consigliare, a chi non ci è mai stato di andarci, a chi ci è stato di ritornarci presto. Di non aver paura, se non hai nessuno con cui andarci: lì si fa amicizia con una facilità impressionante. Sono tutti lì con lo spirito giusto per gioire, per stare in allegria, divertimento ed un pizzico di follia sono assicurati.


Vi saluto e vi do appuntamento presto con le gallery del Sziget. Intanto, godetevi quella dei Muse già on line su SpazioRock.





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