Detroit Metal City
Il fenomeno multimediale che onora l'Heavy Metal direttamente dal Giappone


Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 16/04/10

Immaginate di avere un sogno: quello di sfondare nel mondo della musica. Immaginate di voler sfondare nel mondo della musica nel modo più alla moda possibile, avendo come riferimento principale il pop svedese più cool e sdolcinato.
Immaginate di trasferirvi dalla natia prefettura assolutamente campestre di Oita alla capitale Tokyo per poter realizzare questo sogno.
Immaginate che, per qualche strano scherzo del destino, la band con cui arriverete a conquistare la popolarità non sia una band di pop svedese, bensì una band di brutale death metal dal nome di Detroit Metal City (DMC per i veri fan).
Immaginate tutto questo, perché è esattamente quello che accade a Soichi Negishi, protagonista dell’ultimo fenomeno manga/anime a sfondo musicale proveniente dal Giappone.


IL MANGA – DOVE TUTTO EBBE INIZIO

Correva l’anno 2007 quando Wakasugi Kimonori si apprestava a pubblicare un manga umoristico a sfondo musicale sulle pagine della rivista settimanale Young Animals di Hakukensha (la stessa che pubblica, tra gli altri, anche “Berserk” di Kentaro Miura).
Quello che nessuno avrebbe immaginato è che a solo un anno dalla pubblicazione dell’opera, Detroit Metal City è diventata la serie di punta della rivista, tanto che il suo successo incontenibile ha causato la produzione di una serie animata e di un film con attori veri (d’ora in avanti definiti propriamente “live action movie”).


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Il motivo di tanto successo risiede tutto nel dissacratorio dualismo che anima il protagonista della vicenda: Negishi detesta con tutto il cuore l'heavy metal, tutto quello che egli desiderava era avere successo con canzoni pop mielose da shock insulinico immediato, godersi la vita a Shibuya (il quartiere più giovane e trendy di Tokyo) con i suoi the accompagnati da torte alla fragola, indossando vestiti alla moda.
Ciononostante, Negishi ogni sera veste i panni di Johannes Krauser II e scatena l’inferno nelle peggiori live house di Tokyo, sodomizzando il “Maiale del capitalismo” (tipico M-man giapponese, ovvero uomo di mezza età assolutamente viscido ed incline ad ogni forma di masochismo), cercando di evitare un successo che, ironicamente, non tarda ad arrivare come Krauser II, ma che è praticamente inesistente come Negishi. Tutto questo intrappola il protagonista in un ruolo che ripudia in realtà solo all’apparenza, poiché la sua anima da metal monster è molto più radicata di quanto Negishi stesso creda, e presto non tarderà a manifestarsi in tutta la sua deflagrante dirompenza anche nella sua vita “normale”, scatenando delle situazioni in cui è davvero sin troppo semplice abbandonarsi in grasse risate.
E’ folgorante, difatti, vedere Negishi nascondere a tutti i costi la sua identità come cantante dei DMC alla sua innamorata dai tempi dell’università Yuri Aikawa, oggi redattrice della rivista di musica e stile di vita “Amoore Amour” (ed immaginate di quale musica e di quale stile di vita si stia parlando…) e che detesta con tutto il cuore il metal; oppure, ancora, vedere le incursioni della manager dell’etichetta dei DMC nell’appartamento di Negishi per insegnargli cosa vuol dire avere una “true fucking heavy metal life”, in modo tale che ella si possa bagnare sempre di più (sì, avete letto bene) ogni sera assistendo alle esibizioni della band.
Ogni episodio del manga di Detroit Metal City propone questo schema collaudato e ridondante, come le migliori sit com insegnano, e tutto porta a voler arrivare alla pagina successiva per poter leggere in quali assurde situazioni rimarrà coinvolto Negishi, ed in quale punto interverrà la mano (infernale) provvidenziale di Krauser II.

dmc_anime_2In Italia, il manga è pubblicato dalla spagnola Planeta De Agostini (da non confondere con la ben più celebre ed italiana Planet Manga), in un’edizione tutto sommato discreta: i volumi sono confezionati in una pellicola protettiva, presentano la sovraccoperta, un’ottima brossuratura ed una qualità della carta superiore a molta concorrenza (pur non arrivando alle eccellenze di JPop), il tutto per soli 4,95 Euro a volume, un prezzo decisamente competitivo di questi tempi, dove un volume di un manga arriva a costare anche 8 Euro senza alcuna apparente ragione (chi ha detto “Pluto” di Naoki Urasawa?).
Dell’edizione italiana, semmai, si deve evidenziare come la traduzione e l’adattamento non sempre risultino impeccabili, con sviste grammaticali e frasi che non si leggono con la giusta scorrevolezza, tuttavia stiamo pur sempre parlando di un’opera estremamente difficile da adattare, poiché ripiena del contesto sociale tipicamente nipponico (a proposito: un'infarinatura sulla Japanese way of life è consigliabile prima di approcciarsi a DMC, è necessaria quasi quanto la conoscenza del rock e del metal per poter cogliere ogni più piccola sfumatura inserita dall’autore).
Attualmente, il manga non ha una periodicità fissa in quanto in Giappone si è arrivati alla pubblicazione dell'ottavo volume, e l’opera è tutt’ora in corso. Il manga è reperibile esclusivamente nelle librerie specializzate, in quanto per quest’opera non è stato scelta la distribuzione attraverso il circuito delle edicole.

L’ANIME – L’AGGIUNTA DELLA DIMENSIONE SONORA

Esordisce ad Agosto del 2008 una breve serie animata di Detroit Metal City, trasmessa sulla rete TBS e prodotta dal sempre più celebre Studio 4°C (lo stesso che ha realizzato alcuni corti di “Animatrix”, nonché famoso per essere uno degli studi di animazione più alternativi che il Giappone abbia mai partorito).
La serie è composta da 12 episodi doppi, della durata di soli 10 minuti, per cui ogni singolo episodio dura circa 5 minuti.
Queste brevi “strisce animate” arrivano a coprire, grossomodo, tutti gli eventi narrati nei primi 2 volumi del manga, oltretutto con una certa aderenza all’opera originale.
Inoltre, lo stile con cui è stata realizzata la serie animata è volutamente povero: in apparenza, l'anime restituisce un senso di “grezzo” molto simile, per certi versi, a quello realizzato da Stone & Parker col loro celebre “South Park” (pur senza arrivare a dei livelli di stilizzazione così estremi come quelli raggiunti dalla serie americana).


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La serie animata conferisce del reale valore aggiunto all’opera DMC grazie ad un fattore tutt’altro che trascurabile per un soggetto di questo tipo: la dimensione sonora.
E non parlo solo di doppiaggio, come sempre eccellente ed inumanamente sopra le righe come ogni anime in lingua originale che si rispetti, ma anche e soprattutto di musica: finalmente, grazie alla serie animata possiamo ascoltare le canzoni dei DMC e, come leggerete più in fondo quando arriverò a parlarvi della colonna sonora dell’opera, le canzoni non solo non sono malaccio (se prese col giusto spirito), ma accentuano notevolmente il contrasto sul quale si fonda la serie, e tutto porta ad un unico risultato: si ride ancora di più, e con ancora più gusto!

In Italia, la serie animata non è ancora stata licenziata ed è disponibile esclusivamente in fansub (circuito attraverso cui un gruppo di persone, fan dell’animazione nipponica, mette a disposizione la propria conoscenza della lingua giapponese per sottotitolare, amatorialmente, i file .avi ben noti come divx).
Ci si augura che, presto, qualcuno si decida a portare questa serie in Italia, con tutti gli onori di un’edizione Dvd/Blu Ray ben fatta.

IL LIVE ACTION MOVIE – DOVE LA MORALE AFFOSSA L’OPERA

Un vero fenomeno non è tale, in Giappone, se da un manga di successo non si traspone tutto il “trasponibile”, per cui la vera consacrazione del successo di Detroit Metal City fu l’uscita, poco dopo la serie animata, anche di un live action movie (ovvero film con attori in carne ed ossa tratti da videogiochi, anime o manga di successo).

Di tutte le incarnazioni dell’opera, il live action è sicuramente la parte più debole. Ciò non è dovuto, essenzialmente, alla recitazione; la recitazione, difatti, è eseguita con i dovuti eccessi, ed è semplicemente magistrale vedere l’idolo delle teenager Ken’ichi Matsuyama umiliarsi e trasfigurarsi, rispettivamente, nel doppio ruolo protagonista di Negishi e Krauser II (tra i film interpretati dal giovane Ken’ichi, ricordiamo dei grandi successi internazioni come i live action di “Nana” e “Death Note”, tra gli altri).
Oltretutto, tra gli attori figura anche un certo Gene Simmons che, di certo, non necessita di presentazioni (Gene interpreta il ruolo di Jack Ill Dark, ovvero il cantante di death metal più potente al mondo, e la sua presenza onora il titolo dell’opera, visto che Detroit Metal City prende direttamente spunto dalla celebre canzone dei Kiss “Detroit Rock City”).
Il problema, col film di DMC, è che tutta la vicenda viene spiegata attraverso un messaggio assurdamente moralista, per cui Negishi riuscirà a far convivere i due estremi della sua personalità grazie al motto di “No Music No Dream”, lo stesso motto che l’ha spinto a ricercare successo a Tokyo. Nonostante il messaggio stucchevole di fondo, anche il film riserva occasioni di puro divertimento…anche solo per il fatto che un live action giapponese, all’occhio dell’occidentale ben disposto mentalmente, risulterà sempre divertente a prescindere, perché il modo tipicamente nipponico degli attori di interpretare questa categoria di film è davvero unico (guardate, ad esempio, anche il live action di “20th Century Boys”, epica trilogia dal mastodontico successo in madrepatria, ed avrete un’idea ben precisa di quello che intendo dirvi. E, se proprio volete esagerare, c'è un "Cutie Honey" diretto da Hieaki Anno che è persino disponibile in Dvd da noi!).


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Il film attualmente risulta distribuito in Italia proprio come la serie animata: attraverso il solo circuito del fansub. Recentemente, inoltre, grazie all’enorme successo mediatico di DMC anche all’estero, sia gli studios di Hong Kong che quelli USA hanno manifestato chiaro interesse per un remake. Se un remake yankee dovesse mai essere realizzato, state pur certi che in Italia prima vedremo quello, e solo successivamente l’opera originale distribuita da qualche casa editrice minore (caso “Ringu” vs. “The Ring” docet).

LA COLONNA SONORA – PER AVERE KRAUSER-SAMA A PORTATA DI STEREO

In occasione dell’uscita cinematografica del film di Detroit Metal City, è stato infine rilasciato anche un cd contenente tutte le canzoni eseguite dalla band nel corso del lungometraggio, le stesse che si ritrovano eseguite nella serie animata e le cui lyrics prendono diretta ispirazione dal manga.

L’album è estremamente godibile, presenta in apertura la leggendaria “Satsugai”, vero e proprio inno alla gloria di Krauser-sama (“sama” = particella che si riserva solo alle figure verso cui si rivolge un rispetto supremo. Potete leggerlo come: “vostra maestà”), nonché lo shredding incalzante di “Slash Killer”, oppure il mid-tempo di “Should This Revenge Be Taken?”, vero e proprio capolavoro dei DMC grazie al suo incedere spietato ed apocalittico.
Il genere proposto, ovviamente, è un death metal vagamente all’acqua di rose, una sorta di parodia del genere godibile, però, anche da parte degli estimatori, siano però essi disposti a chiudere ben più di un orecchio di fronte a svisate di stile come l’elettronica dell’interminabile “Female Pig Symphony”, oppure i “fuck” di Gene Simmons terribilmente distorti sulla conclusiva “Fucking Gum Palace” (decisamente troppo sopra le righe).


Come concludere questo speciale?
Direi che l’unico modo degno è lasciare la parola alla traduzione in italiano di “Satsugai”: possano queste ultime parole da parte di Johannes Krauser II essere chiarificatrici, qualora doveste ancora conservare qualche dubbio sul messaggio di “Detroit Metal City”!

Sono il terrorista dell’inferno
Ieri ho stuprato mia madre, domani inculerò mio padre
Sono un terrorista sbucato dall’inferno

Non ho una madre né un padre
Perché li ho uccisi tutti e due
Non ho amici né una ragazza
Perché li ho uccisi tutti!

Uccidi, uccidi! Uccidi i tuoi fottuti genitori
Uccidi, uccidi! Uccidi ogni fottuta cosa!

Uccidi, uccidi!
(Kill! Kill! Kill! Kill!)
Uccidi, uccidi!
(Kill! Kill! Kill! Kill!)
Uccidi, uccidi!
(Kill! Kill! Kill! Kill!)
Uccidi, uccidi!
Tingi di sangue i tuoi ricordi!




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