Speciale Madragora Scream - studio report
SpazioRock ha ascoltato per voi in anteprima il nuovo disco


Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 29/07/09

A LITTLE BIOGRAPHY
Il progetto Mandragora Scream è nato nel 1997, dodici anni fa. Il gruppo italiano, dedito ad un rock/metal gotico, ha fatto breccia nei cuori di molti appassionati del genere, sottoscrivendo in tempi relativamente brevi un contratto con l’etichetta indipendente tedesca Nuclear Blast. Il disco d’esordio, “Fairy Tales From Hell’s Caves” (un concept sull’inferno dantesco) ha aperto il varco ai vampiri, che si sono ripetuti con “A Wisper of Dew”, altro concept-album (i cui testi sono ad opera dello scrittore Julio Angel Olivares Merino) distribuito dalla label tedesca.
I due dischi hanno venduto nell’insieme qualcosa come 24 mila copie e alcuni brani sono finiti sulle complilation a tema, tra le quali segnaliamo “Beauty In The Darkness vol 5” e “Beautiful Voices”.
Nel 2006, dopo quattro anni, i Mandragora Scream ritornano sul mercato promuovendo il terzo sigillo, “Madhouse”, forse il disco più maturo che segna però il passaggio da Nuclear Blast Records a Lunatic Asylum Records. Un’altra operazione riuscita risale ai primi mesi del 2007, quando esce la ristampa di “Madhouse” in un cofanetto, “Dragonfly”, contenente anche un bonus DVD con due video, due tracce rimasterizzate e un’inedita. L’ultimo acuto è il rilascio del singolo “Jeanne d’Arc”, uscito nel marzo dello stesso anno. “Volturna” è alle porte.


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VOLTURNA

Siamo stati ospiti negli uffici di “Poci One Records”, nuovo managemant dei Mandragora Scream, per un ascolto approfondito di alcuni brani del nuovo disco, “Volturna”, previsto per fine ottobre 2009, e le prime impressioni sono ottime.
Ho voluto occuparmi personalmente del resoconto, in quanto trattasi di un lavoro che lascerà a bocca aperta diversi appassionati, ma s’impone una prima considerazione in relazione all’evidente cambio direzionale: il dark gothic di antica memoria lascerà il posto (non del tutto) ad un industrial corposo, dove l’elemento elettronico sarà sostenuto da un muro di chitarre elettriche in un mix letale. Tanto per intenderci: quando i Rammstein, nella loro accezione più groovy, incontrano i The Vision Bleak.
La pre-produzione è qualcosa di strabiliante (non oso immaginare il pacchetto finito), si fatica a credere che un gruppo italiano sia riuscito nell’impresa di trasferire così fedelmente su silicio modulazioni, frequenze e traiettorie sonore, garantendo quell’atmosfera maestosa che è prerogativa dei dischi industrial di nuova generazione.
L’ascolto si protrae per una ventina di minuti in tutto, e mette a fuoco cinque dei quattordici episodi che caratterizzeranno il prodotto finale. Attraggono le cover di “Bang Bang” (Sonny Bono/Cher) e di “Fade To Grey” (Visage), fedeli quanto basta ma forgiate a immagine e somiglianza del gruppo, sorprendono invece le inedite. “The Calling From Isaiah” è aperta (e chiusa) da un cembalo, a sua volta accompagnato dalla voce sussurrata della bella Morgan Lacroix prima del giro di chitarra elettrica e di un eccezionale refrain. La storia si ripete con “I’m Goin’ Alone”, con la quale sembra proprio di trovarsi sull’uscio di una magione fantasma nei pressi dei Carpazi, e si rinnova col carillon malinconico di “Evil”, come a voler rimarcare la nuova scelta stilistica che andrà ad ampliare il potenziale commerciale senza snaturare l’attitudine e lo stile dei Mandragora Scream.


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WAITING FOR DARKNESS

Non resta che attendere fiduciosi il mese di ottobre, presumibilmente e opportunamente il prossimo Halloween day. Dall’etichetta discografica ci assicurano che lo standard qualitativo del disco si attesterà sui livelli imposti dai cinque brani appena ascoltati, attualmente il meglio offerto sino ad oggi dal gruppo di Lucca. Se le premesse saranno soddisfatte, e non ho motivo di dubitarne, ci troveremo di fronte ad un capolavoro di caratura internazionale: vi rimando pertanto alla recensione del disco e alla videointervista col gruppo. Ci sarà da divertirsi, nell’oscurità di un anfratto rumeno.




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