Ascoltare: più semplice a dirsi che a farsi
"Ascoltare", musicalmente parlando, significa anzitutto non porsi limiti e sforzarsi di capire ciò che è estraneo alla nostra quotidianità musicale


Articolo a cura di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 09/06/13

"I think music is the greatest art form that exists, and I think people listen to music for different reasons, and it serves different purposes. The best songs are the ones that make you feel something." (Eddie Vedder)


speciale_ascoltare_01bisNon parlo come giornalista, non parlo come fan, non parlo come folle. Oddio, come folle forse sì. Ad ogni modo, ciò che sto per dirvi, o meglio, scrivervi, è uno spassionato consiglio di un povero giovine la cui unica costante sana e al contempo malsana nella vita è costituita dalla Musica, in particolare dall'ascolto di essa.


Il consiglio spassionato, l'ossessione benigna, il precetto che vorrei che ciascuno di voi, ciascuno di noi seguisse, è all'apparenza molto semplice: ascoltate.


Non è una presa in giro. Ascoltate, nulla di più, nulla di meno. “Ascoltare” non è così facile, e basterebbe aggiungere che “ascoltare è anzitutto non porsi limiti” già per rendere questo precetto, questo consiglio, difficile da seguire. Non porsi limiti significa in primis trascendere da qualsiasi tipo di categorizzazione della musica, evitare come la peste bubbonica del Milletrecento il pensiero “Io ascolto questo genere, quindi tutto il resto non mi interessa”. Pensateci. Quante volte vi siete detti “No, questo non mi interessa” prima ancora di aver ascoltato una sola nota, solo perché quel brano, quell'artista non fa parte del vostro usuale sottobosco musicale? Quante volte avete etichettato un artista “commerciale” o, peggio ancora, immeritevole della vostra attenzione perché “il singolo in radio faceva schifo”, senza quindi nemmeno prendervi la briga, la curiosità di indagare meglio nella carriera del suddetto?


Chiariamoci: ognuno di noi si identifica in un preciso ambiente musicale, ed è un bene; ci rende partecipi di una realtà che altri magari non potranno mai comprendere e godersela fino in fondo, e viceversa noi non potremo mai capire pienamente altri ambienti musicali. Ma l'ascoltare, e quindi il trascendere dalla categorizzazione secondo cui “questo non fa parte del genere che seguo, quindi lo scarto”, amplia in maniera significativa la nostra conoscenza musicale ed anche culturale. Il peggio che possa capitare nell'ascoltare è conoscere ancor meglio il proprio nemico, come si dice. Il meglio che possa capitare è scoprire che generi, band, cantanti, correnti e stili tanto apparentemente lontani dai nostri usuali sottofondi in realtà ci affascinano in maniera così piena e così burrascosa che veniamo sopraffatti dalla sorpresa, dall'eccitazione, dalla voglia di scoprire a riguardo ancora, e ancora, e ancora, e ancora...


Un ascoltatore assiduo di Slayer potrà trovare affine i Prodigy nella forza e nel delirio musicale: generi assolutamente diversi, ma in qualche modo il loro esser estremi per motivi diversi li invece accomuna. Un ascoltatore assiduo di Led Zeppelin potrà trovare interessante Fabrizio Moro: assolutamente nulla in comune, se non per un retaggio rock di fondo, ma non per questo meno degno d'attenzione.


arton124Vogliamo giocare facile? E giochiamo facile: il folle seguace italiano degli Iron Maiden può amare il lavoro cantautorale di De Gregori e De André. Mi direte “Ma sono poeti, è impossibile non amarli”. Vero, ma è altrettanto vero che sono distanti anni luce per genere musicale, tematiche ed attitudine alla New Wave Of British Heavy Metal.


Chi coltiva unicamente il proprio orticello pensando che sia l'unico buono in tutto il quartiere e che il resto sia solo arido deserto dove non può crescere nulla di buono molto spes... SEMPRE non si accorge che invece è circondato da una sterminata foresta dove basta addentrarsi anche con poca ma comunque buona volontà per trovare qualcosa di dannatamente interessante nonostante non provenga da ciò che conosciamo benissimo, nonostante non sia cresciuto nel nostro ambiente solito.


Se nel nostro giardino crescono splendide rose, non è detto che in qualche altra parte della nostra città non possano crescere altri fiori altrettanto affascinanti. Al di fuori del nostro amato Rock non è detto che non ci sia qualcosa di straordinariamente affascinante, magari proprio in quel tanto bistrattato e denigrato Pop. Al di fuori degli intricati schemi progressive non è detto che non vi siano quattro accordi lineari eppure ipnotici, magari in quel marasma sonoro che è stato il Grunge. Non è detto che chi ascolta principalmente Pop Rock non sarà mai affascinato dalle atmosfere ricercate di un certo Metal.


Chi ascolta i Nirvana perché non dovrebbe o non potrebbe ascoltare anche Skid Row o Guns N' Roses? Chi ascolta i Jethro Tull perché non dovrebbe o non potrebbe ascoltare Lucio Battisti? Chi ascolta i Behemoth perché non dovrebbe o non potrebbe ascoltare Chopin? Domande simili potremmo scriverne fino a deforestare l'intera Amazzonia, la risposta è sempre una sola: il problema non sussiste. L'unico limite che possiamo avere è quello dei gusti soggettivi: uno impazzisce per i Pearl Jam, un altro per i Nine Inch Nails, ma per quanto si possano sforzare non è detto che lo scambio musical-culturale riesca completamente.


La chiave di volta è dunque lo sforzo, il tentativo di capire la novità (per “novità” s'intende ciò che le nostre orecchie non hanno mai udito prima, non “novità” nel senso della più recente uscita discografica). Se si riesce è bene, in caso contrario si avrà comunque il pregio di aver scoperto qualcosa di nuovo. Soprattutto, lo sforzo di capire la novità dona a quel determinato artista - brano - album una personale dignità, anche se paradossalmente lo si giudicherà negativamente.


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“Ascoltare”: non porsi limiti e sforzarsi di capire. Più brevemente, lasciar spalancati i padiglioni auricolari a qualsiasi cosa prima di poter giudicare definitivamente. Ancor più brevemente, approfondire. Nel migliore dei casi si amplierà notevolmente la personale cultura musicale, nel peggiore dei casi si conoscerà ancor meglio il proprio “nemico”.




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