Daniel Ekeroth – Swedish Death Metal
La vera storia del Death Metal Svedese


Articolo a cura di Lorenzo Zingaretti - Pubblicata in data: 09/11/12
Daniel Ekeroth – Swedish Death Metal

Il libro definitivo sulla scena death metal svedese? Sicuramente il più completo e approfondito, quello che cita il maggior numero di gruppi e analizza in maniera dettagliata le origini del movimento. Dagli albori degli anni Ottanta, fino ai gruppi che ancora oggi espongono fieri la bandiera del death svedese, questo lavoro è un viaggio tra le lande fredde e desolate del paese scandinavo, utile a capire un genere musicale che ha fatto la storia e che, nonostante i numerosi tentativi di imitazione, resta ancora oggi unico.

L’autore Daniel Ekeroth, a tutt’oggi impegnato in diverse band della scena, studia come la Svezia, quasi del tutto priva di una cultura pregressa di musica pesante, sia riuscita, partendo dalle radici hardcore punk, a sviluppare il proprio modo di suonare il death metal. Il passaggio chiave è quello dei primi anni Novanta, in cui si assiste all’esplosione del mondo underground e alla presa di coscienza delle label internazionali specializzate, che si accorgono delle potenzialità (anche commerciali) del movimento e gli permettono di uscire dai confini della Svezia, per “conquistare il mondo”.

Corredato da appendici sui successivi sviluppi del death, da un elenco alfabetico delle band – dalle più conosciute a quelle che suonano negli scantinati – e da una raccolta di fanzine dell’epoca, “Swedish Death Metal” è pane per i denti di chi vuole vivere fino in fondo le esperienze di un genere musicale che ha fatto la storia e del paese che ne ha permesso la nascita, legando indissolubilmente il suo nome ad uno stile di musica metal.  

Abbiamo inoltre avuto la possibilità di intervistare l'autore del libro, Daniel Ekeroth. Ecco il resoconto della chiacchierata.

ekerauthorphoto_01Ciao Daniel, benvenuto su Spaziorock! Una piccola presentazione di te e del tuo libro, “Swedish Death Metal”.

Ciao! Beh, credo di essere semplicemente una normale persona a cui è capitato di “inciampare” sui Kiss nel 1976 (all’età di 4 anni) e da allora ho dedicato la mia vita al metal e alla pazzia! Ho suonato in tantissime band, registrato diversi dischi e fatto tour in tutto il mondo. Adesso sono negli Iron Lamb, negli Usurpress, nei Pir 59 e nei Tyrant…e negli anni ho suonato in gruppi come Dellamorte, Insision, Diskonto, Onkel Kånkel e Sportlov. Musica estrema in tutti i casi! Dieci anni fa ho deciso di fondare una casa editrice, ed ho scritto tre libri – uno sul cinema di genere italiano (“Violent Italy”), ma immagino che “Swedish Death Metal” è quello che possa interessarvi di più! Amo l’Italia comunque, ho vissuto a Roma nel 1998. Sono arrivato lì da solo senza conoscere una parola di italiano! Gran bei tempi!

Nel tuo lavoro parli di quasi ogni band death metal della Svezia. Fermandosi al titolo, ci si può immaginare diverse pagine a proposito di “Slaughter of the Soul” o “The Gallery”, ma ti concentri di più sugli esordi che sull’apice del successo. Penso sia una scelta in qualche modo “underground”, quindi ti chiedo di spiegarci questa decisione.

Per diverse ragioni. Prima di tutto, perché quel tempo mi interessa particolarmente. Ho vissuto in quei giorni, e ricorderò sempre quei tempi come i migliori possibili. Seconda cosa, il movimento death metal attuale era isolato durante i primi anni. Più tardi, si è trasformato in qualcos’altro. Inoltre, una volta che il genere è diventato famoso le riviste hanno iniziato a scrivere in proposito – quindi non ho sentito la necessità di coprire quegli anni nel dettaglio. Poi, il libro è già parecchio denso così…approfondire di più sarebbe stata una follia!

Questo ci porta alla compilation di tre dischi che hai pubblicato tre anni fa, con lo stesso titolo “Swedish Death Metal”. Non c’è traccia di band come In Flames o Dark Tranquillity: questo perché pensi che ora siano troppo mainstream, e non riflettono più lo spirito del death svedese?

Beh, il primo demo dei Dark Tranquillity sarebbe potuto starci benissimo! Oggi, non considero nessuna di queste band propriamente death metal. Le rispetto, ma non è death metal. Immagino anche che sarebbe stato difficile ottenere i diritti per usare il loro materiale più conosciuto (con Bathory ed Entombed non ci siamo riusciti!).

Nel libro spieghi come ci siano molti legami tra punk, hardcore, thrash metal e gli inizi del death metal. Qual è il tuo punto di vista sulle differenze emerse negli anni? Evoluzione naturale del sound o volontà di differenziarsi?

Penso che oggi tutto stia iniziando a mescolarsi di nuovo, ma negli anni Novanta era tutto così diviso. Questo è il motivo per cui la maggior parte della musica degli anni Novanta fa schifo! Troppo formale e tesa all’imitazione…Durante i primi anni invece, ognuno semplicemente esplorava e faceva quel che sentiva fosse giusto! Non c’erano veramente regole, e io amavo quell’atmosfera.

Da italiano, invidio molto la Svezia per il supporto ai giovani musicisti e alle band! Qui è quasi impossibile vivere solo grazie alla propria musica, e al sistema non interessa affatto la scena musicale. Credi che la situazione nel tuo paese abbia reso possibile la nascita del movimento death metal?

Non ne sarei così sicuro…cioè, è molto facile trovare uno spazio per le prove e ottenere aiuto per iniziare a suonare. Ma non ci sono posti per fare concerti! Quando vivevo in Italia, ero meravigliato dal fatto che le cover band potevano trovare in qualsiasi momento date nei piccoli locali. Qui non succederebbe mai. Gruppi come gli Entombed hanno avuto molte difficoltà nel trovare posti per suonare nei primi tempi…

swedish_death_me_5044cdc115aeb_01Stati Uniti e Svezia sono le patrie del death metal, ma ci sono molte differenze tra le band di questi due paesi. Come te lo spieghi? Pensi che il clima abbia un ruolo in questo?

La Svezia non ha mai avuto una propria scena heavy metal o thrash metal, quindi i nostri antenati qui erano gruppi punk. Il metal statunitense è molto più radicato nell’heavy, quello svedese è più crudo, semplice e orientato verso il punk. Poi c’è il lato melodico di alcune band svedesi (In Flames, Dissection, At the Gates ecc) e questo viene largamente dalla musica folk svedese. Il clima potrebbe essere una spiegazione…qui è un freddo del diavolo, là è un caldo infernale!

È tempo per una classifica: dicci la tua personale top-5 del death metal svedese!

Entombed: Left Hand Path
Merciless: The Awakening
Grotesque: Incantation
At the Gates: Terminal Spirit Disease
Dismember: Like an Ever Flowing Stream

Hai qualche progetto collegato al libro per il futuro? Penso che potrebbe essere una grande idea se provassi ad organizzare qualche concerto con alcune delle band che hai citato nel tuo lavoro…So che è molto difficile, ma potrebbe anche essere una bella vetrina per la scena.

L’ho già fatto. Sono riuscito ad avere Obscurity, Grotesque, Interment, Uncanny, Treblinka e Nirvana 2002 insieme per degli show una tantum. Ho provato a continuare, ma i gruppi che vorrei avere sono praticamente impossibili da riunire!

Siamo alla fine di questa breve intervista. Grazie mille, Daniel! Ti lascio uno spazio per ringraziare e salutare qualcuno, o convincere i lettori italiani a dare un’opportunità a “Swedish Death Metal”.

Dategli un’occhiata se volete capire le radici di quella meravigliosa musica che è il death metal svedese! E, per favore, c’è qualcuno di voi che possa scrivere un libro su Bulldozer, Death SS e tutte queste grandi band italiane?

Rest in pieces! /Daniel


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