Metallica: 35 anni in tour
Perché andiamo ancora a vederli


Articolo a cura di Salvatore Dragone - Pubblicata in data: 25/05/17

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Se ne sono dette davvero tante sulla musica, e si è filosofeggiato anche più spesso su ciò che rappresenta oltre l'aspetto strettamente musicale o lirico. Una canzone o una band può colpire o meno l'attenzione di un ascoltatore oppure sconfinare nella sfera emozionale ed incidere profondamente sulla crescita e sulla personalità di un individuo.

 
metallica_toppa1Se è vero che molti artisti, anche quelli di cui non abbiamo mai sentito il nome nonostante riempiano le arene al di là dell'oceano, sono capaci di compiere questo piccolo miracolo è altrettanto vero come ne esistano alcuni in grado di attraversare epoche e generazioni, quelli con cui tutti, ma proprio tutti, prima o poi devono fare i conti nella vita. I Metallica fanno parte di quest'ultima categoria: sono la to­ppa sul giubbotto di jeans, il disegno sullo zaino del compagno di banco di scuola, la maglietta di chi vuol ostentare la propria diversità e allo stesso tempo l'appartenenza a qualcosa di ben preciso, sono le discussioni accese su quanto faccia schifo la musica degli altri paragonata alla loro. Anche senza apprezzarne le canzoni, la band americana ha raggiunto una notorietà alla stessa stregua di Beatles o Rolling Stones, abbandonando i panni di rockstar mortali per quelli di icone.

 

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James Hetfield e Lars Ulrich, due ragazzi nati a migliaia di chilometri di distanza e dall'estrazione sociale diversissima, erano destinati ad incontrarsi per dare vita a qualcosa di magico. "Cercasi appassionati di heavy metal": chissà quante persone si sono incontrate e continuano a farlo nel mondo per trovare qualcuno con cui suonare. Eppure, da quel banalissimo annuncio di giornale, nacque una band che di lì a qualche anno avrebbe cambiato per sempre il corso della musica. Era il 1981, Los Angeles, nascono i Metallica. Che poi il loro sogno fosse solo quello di fare un pò di casino e sbronzarsi con qualche birra è tutta un'altra storia, o forse è la chiave con cui non hanno smesso mai di divertirsi nel modo più genuino, anche quando in ballo c'erano ormai milioni di dollari.

 

La band brucia le tappe con una velocità impressionante, pari solo a quella delle canzoni contenute nel disco d'esordio "Kill ‘Em All". L'album presenta già la formazione storica completata da Kirk Hammett e dall'indimenticato Cliff Burton, il bassista affascinato da Geezer Butler e Lemmy Kilmister che ha cambiato un po' le regole sul ruolo del suo strumento.

 

I Metallica sono appena dei diciottenni ma la potenza di quella musica, all'epoca fuori dall'ordinario, scatena l'entusiasmo del pubblico nonostante la scarsa promozione attraverso i canali tradizionali e l'"equivoco" di Helfield al microfono, quando James è ancora scettico sulle sue potenzialità di frontman. Fa un certo effetto pensare che tutt'ora i loro concerti si aprano sempre sulle note di "The Ecstasy Of Gold" di Morricone e si chiudano spesso con "Seek & Destroy", in un tripudio di luci e palloni giganti che rimbalzano sul pubblico.

 

Il passo successivo arriva a distanza di un anno ma ne sembrano passati dieci: "Ride The Lightning" mette in mostra una maturità impressionante sia a livello artistico che di performance dal vivo, con il quartetto svezzato da tour a supporto di artisti già noti (Venom, Twisted Sister) e i palcoscenici via via più grandi. E' il caso del MTV Day On The Green dell'85 o, sempre di quell'anno, il celebre festival di Donington dove suonarono prima di Bon Jovi, entrambi documentati nel box celebrativo uscito in occasione del Record Store Days 2016 (di cui sono stati gli ambasciatori).

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Il set scenografico è in realtà molto sobrio, elemento che ha contraddistinto varie fasi della loro carriera perché, per loro stesso dire, era fondamentale percepirli come una garage band senza troppi fronzoli. Gli allestimenti che portano in vita le cover di "Master of Puppets" e "...and Justice for All" palesano però che qualcosa sta cambiando, i Metallica stanno per spiccare il volo nell'olimpo dei grandi. Passo che si concretizza nel 1991 con la pubblicazione del disco omonimo, ribattezzato "Black Album" per via della copertina, il secondo capitolo della nuova era con Jason Newsted al basso dopo la scomparsa di Burton. L'album diventa il bestseller assoluto della band per via di una quantità incredibile di singoli ed il thrash metal, seppur "ammordito" nella forma, si siede per la prima volta al tavolo dei grandi insieme al pop e al rock.

 

E di conseguenza cambia anche l'impatto delle produzioni dal vivo: entrano in scena spettacoli pirotecnici (ad esempio nel preludio e nel corso dell'esecuzione di "One"), lo snakepit (uno spazio per un centinaio di fortunati fan nel bel mezzo del palco) o persino incidenti simulati (doveroso guardare il live "Cunning Stunts").

 

E' per questo motivo che assistere ad un live dei Metallica, a 35 anni dal loro primo tour, va oltre un discorso prettamente musicale: è partecipare a qualcosa di unico da condividere con gli amici, è il battesimo di fuoco di un ragazzino al primo grande concerto o il racconto di un fan più vecchio all'ennesima esperienza, è la fila sotto al sole ai cancelli o il viaggio dal sud Italia in treno senza aver dormito. Non si parla più di un semplice concerto, ma di una messa dove si celebra il miracolo di quei quattro ragazzi appena diciottenni che, fregandosene delle mode e senza un centesimo nelle tasche, sono arrivati a radunare decine di migliaia di persone in tutto il mondo attraverso un genere musicale complesso ed improbabile per questo scopo. La vera rivoluzione dei Metallica è stata infatti quella di aver reso l'heavy metal musica colta e allo stesso tempo fruibile per la grandi masse, un risultato che ancora oggi non è eguagliabile in nessun altro genere "di nicchia".

 

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Cosa aspettarsi quindi oggi da un loro concerto? Di sicuro uno spettacolo lungo più di due ore che attraversa tutta la loro discografia fino all'ultimissimo "Hardwired...To Self-Destruct", che sarà celebrato da un tour lungo due anni (in Italia arriverà nel 2018 a Torino e Bologna) e ristudiato dal punto di vista scenografico. Sarà l'ennesima occasione per cantare a squarciagola canzoni che conosciamo a memoria, per un padre di portare con sé un figlio o forse per un amico o una fidanzata di farceli conoscere. Si celebra la fortuna di poter partecipare ad un evento di questa portata, che probabilmente non avrà più precedenti nella storia dell'heavy metal una volta che loro o gli Iron Maiden usciranno di scena. Questi e mille altri motivi sono il significato che scalza la routine ed accende la magia.




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