Le Stagioni Della Luna – Gli Opeth dal Death al Prog
Il primo libro italiano dedicato ai ventiquattro anni di storia degli Opeth


Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 30/07/14

Gli Opeth sono sin dagli albori considerati una band fuori dal comune, capaci di creare partiture tanto raffinate quanto contorte da potersi permettere una carriera al confine tra due mondi (Death metal e Prog) pur mantenendo inalterato il proprio trademark. Non sappiamo se sia questo il momento più opportuno per stampare la biografia di un nome che ad ogni nuovo disco immesso sul mercato mostra un chiaro avanzamento professionale (è in dirittura d'arrivo "Pale Communion"), possiamo però affermare che i ventiquattro anni di storia narrati all'interno de "Le Stagioni Della Luna" meritavano un approfondimento dettagliato e sincero, tra l'altro mai affrontato prima d'ora in un libro interamente dedicato al gruppo, buco colmato da Eugenio Crippa e Filippo Pagani: due scrittori, due amici e due fan di vecchia data che seguono le gesta di Mikael Akerfeldt dal momento in cui ha dato vita alla sua creatura.

 

opethlestagionidellaluna_600Sono dodici i capitoli che compongono la biografia, che si susseguono in andamento cronologico lineare: i primi due dedicati alla nascita del gruppo, i nove successivi ad ognuna delle singole pubblicazioni discografiche ("Deliverance" e "Damnation", com'è giusto che sia, fanno parte di un solo capitolo) e alcune pagine dedicate al work in progress prima dell'appendice in chiusura.

 

Il libro è interessante, non c'è alcun dubbio. Chi scrive conosce a memoria la materia, i protagonisti, divulga fatti inediti, fornisce dettagli mai banali e commenta con cognizione di causa. Ci sono però un paio di rimostranze da mettere sullo stesso piano: la scrittura non è omogenea, si individuano con facilità le parti scritte da uno piuttosto che dall'altro. Inoltre, uno dei due autori tende ad eccedere col vocabolario "forbito", usufruendo in molti casi di paroloni talvolta fuori luogo o in disuso, e questo non soltanto incide pesantemente sulla lettura ma va a penalizzare il collega il cui stile, invece, è fluido, essenziale, minimale.

 

Superato lo scoglio, si entra nel vivo della biografia. Come si diceva in precedenza, il libro è ben congegnato e il racconto della genesi della band stupisce per dovizia di particolari. Molto ben descritta la crescita professionale degli Opeth nonostante ostacoli e impedimenti che, per fortuna, non hanno frenato la loro esplosione artistica. Spiccano i passaggi che sviluppano il rapporto di lavoro con Steven Wilson e il ricordo commosso di Jon Lord e soprattutto di Ronnie James Dio, la cui scomparsa ha segnato per sempre il leader Akerfeldt, grande appassionato dei Deep Purple e Rainbow di Ritchie Blackmore. Il tomo è infine corredato da moltissime immagini inedite, altro pregio

 

E' ammirevole lo sforzo "compositivo" dei due ragazzi impegnati in una ricostruzione credibile e minuziosa, il tutto confezionato alla perfezione dalla solita Tsunami Edizioni che rilascia un volume non solo esclusivo dal punto di vista editoriale, ma anche bello da vedere (copertina stupenda e formattazione super), segno che in Italia qualcosa di buono lo sappiamo fare davvero. Consigliato si tutti i fan degli Opeth, ma anche a coloro che vogliono avvicinarsi per la prima volta ad un gruppo così complicato: dopo aver letto il libro riuscirete a capirne qualcosa di più. Garantito.




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