Enter Night: la storia dei Metallica raccontata senza fare sconti
Mick Wall sviscera la carriera della band, tra alti e bassi, cadute e risalite. Niente sconti: un racconto crudo e diretto, in pieno stile Metallica.


Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 09/01/13

La differenza tra il resto del metal e i Metallica è la stessa che passa tra tirare un pugno all’aria piuttosto che a un bersaglio preciso” (Cliff Burton).


Il libro comincia da questo nome, cognome e dal racconto di quel triste, drammatico e insensato 27 settembre 1986, quando la mente dei Metallica, Cliff Burton, muore in una fredda notte svedese schiacciato dal suo stesso tour bus. “Vidi le sue gambe spuntare fuori, sono uscito di testa” dichiarò in seguito James Hetfield.


metallica_enternight_speciale_01Enter Night”, scritto da Mick Wall, è stato pubblicato nella versione in lingua originale nel 2010 e oggi finalmente acquistato, tradotto e stampato in Italia da Edizioni BD.

Chi è Mr. Wall? Nato del 1958, Mick scriveva su Sounds già nel 1977; cantore della New Wave Of British Heavy Metal, è diventato uno dei cronisti più importanti del settore sviluppando profondi legami con alcune delle rock band più importanti del mondo tra cui, per l’appunto, i Metallica.


Sebbene dei fondatori (insieme agli Slayer?) del thrash metal si sia detto e scritto tutto quello che c’è da sapere, il libro di Mick Wall ci regala una visione ancor più epica della storia dei Four Horsemen, raccontando con enfasi e con particolari assolutamente inediti l’ascesa di quella che vogliamo e dobbiamo definire, con buona pace dei detrattori che dovranno farsene una ragione, come la più grande band heavy metal mai esistita.

Il libro sembra possedere le stesse caratteristiche del gruppo: è diretto, serrato, non lascia respiro. Suddiviso in due parti (per un totale di quattordici capitoli) alternate da una breve ma quanto mai azzeccata sezione fotografica, “Enter Night” avvolge il lettore nel racconto di una vita vissuta sempre al limite, ma che alla base ha una ricerca spietata del successo, inteso (almeno inizialmente) come passione verso la sola musica. “Erano aperti a qualsiasi critica costruttiva e quello è un altro indizio di una band che non lo fa solo per soldi”. Inizialmente, certo, perché poi ai tempi di Load e Reload, Hetfield non si fece scrupoli nel dichiarare “ero preoccupato di non poter esporre la mia musica ai centri commerciali di mezzo globo”. E quello fu un come un boomerang che non ha interrotto il loro cammino verso una quanto mai meritata hall of fame.


Andiamo un po’ più in profondità, raccogliendo i tempi principali sui quali si sviluppa il volume:

1) L’ostinazione & assuefazione del benestante Lars Ulrich, promessa del tennis professionistico, verso l’unica ragione di vita: l’heavy metal;
2) Il primo freddissimo incontro tra Lars e James Hetfield (chitarra, voce), poi il secondo e il terzo (casuale) fino al sodalizio vincente;
3) L’ingresso e il licenziamento di Dave Mustaine, croce e delizia dei primissimi Metallica;
4) Il rifiuto ingiustificato delle major prima e (poco) dopo “Kill Em All”;
5) “Ride The Lightning” e “Master Of Puppets”: l’ascesa all’Olimpo;
6) Ritorno all’Inferno con la morte di Cliff;
7) “… And Justice For All” e Jason Newsted, il grande incompreso;
8) Il Black Album: un successo interplanetario;
9) Load & Re-load: la svolta inattesa dei nuovi Metallica;
10)  Napster: la battaglia contro gli stessi fan;
11)  L’alcolismo e la riabilitazione di James;
12)  Il documentario sulla vita della band nel periodo buio;
13)  Il tradimento di St. Anger;
14)  La rinascita “artificiale”: Death Magnetic.

 

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Il libro, senza usare mezzi termini, è spettacolare. Capace di spingerti a leggere la pagina successiva come pochi altri, “Enter Night” racconta in modo crudo e credibile la travolgente cavalcata della band americana, carriera non certo priva di ostacoli all’apparenza insormontabili superati grazie alle abilità di Lars Ulrich che, come apprenderete durante la lettura, fino al Black Album (“Cover nera, logo e vaffanculo”) aveva una pessima reputazione come batterista ma straordinarie capacità imprenditoriali (“La sola persona insoddisfatta era il bambino cui la marmellata non bastava mai: Lars”). Perché fino al Black Album? Perché poi Bob Rock l’ha costretto a rinchiudersi per mesi in uno sgabuzzino a studiare come si deve lo strumento…

Lo scrittore è abilissimo nel cogliere i momenti salienti della storia del gruppo e a farli suoi, evitando di soffermarsi eccessivamente sul periodo d’effetto, quello di Burton e i primi anni dopo la sua scomparsa, e a conservare le tante “chicche” di cui può fregiarsi sparpagliandole in modo equo capitolo dopo capitolo. Straordinario poi il coinvolgimento di artisti e gruppi che hanno condiviso quel periodo di gloria, ce n'è per tutti: Megadeth, Anthrax, Manowar, Motley Crue, Slayer, Guns n' Roses, Black n' Blue, Ratt, Virgin Steele e tanti altri.

 

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Stupisce l’assoluta imparzialità di Mick Wall nei commenti, in tutto e per tutto condivisibili anche se “…And Justice For All”, a parer mio, avrebbe meritato una critica ancor più approfondita (e lusinghiera) che non una continua tiritera sul basso di Jason Newsted che non si sente e l’elogio sperticato di “One” e relativo videoclip. Incensati in ogni caso i primi lavori (e vorrei ben vedere), letteralmente distrutti “St. Anger” (“grondante autocommiserazione”) e “Re-Load”. Accettati invece con riserva sia Load (“ma dovevano fare i conti coi Nirvana e col mondo del grunge”) che “Death Magnetic” (“non è da buttar via”): precisa la disanima disco per disco e gratificanti gli “stop and go” con le dichiarazioni di tutta la gente che ha gravitato attorno alla band, compresi manager, produttori e intermediari che si sono mangiati palle e fegato, e degli stessi musicisti.


Veniamo alle uniche due pecche da considerare ininfluenti: la traduzione in italiano è piuttosto spartana e in alcuni casi poco autorevole (“nondimeno” e “nientedimeno” sono termini da evitare come la peste); la copia in nostro possesso inoltre ha alcuni errori di stampa (ne ho contati 4 o 5). Niente di grave. Splendida la copertina, da abbinare alla vostra copia del Black Album e da posizionare in bella vista in bacheca.


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Altro da aggiungere? Un consiglio, leggete il libro mettendo in sottofondo la discografia dei Metallica, seguendo minuziosamente l’ordine cronologico e i rispettivi capitoli in cui se ne parla: capirete perfettamente le intenzioni dell’autore e comincerete come per magia a vivere la band sotto una nuova luce. Se già li adoravate, li amerete ancora di più, se pensate che siano quattro scalmanati spocchiosi che hanno vinto imbracciando uno strumento beh… quanto di più sbagliato: non perdete l’occasione di accrescere il vostro livello di conoscenza musicale, scoprendo la storia di un gruppo partito dal nulla e salito in cima al mondo senza lesinare forze, offrendo fatica, sudore e sangue in cambio di un ascensore per l’inferno e ritorno in paradiso. Perché “tutto può essere assorbito e rigurgitato, in chiave Metallica”.




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