The Bastard Sons Of Dioniso
The Bastard Sons Of Dioniso

2014, LP & Friends
Alternative Rock

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 07/04/14

Mai stati immaturi, mai stati imprecisi e mai stati famosi. Sono simpatici, intelligenti e, stavolta più che mai, suonano intelligentemente, mischiando la loro melodia al loro Rock strampalato, fatto di cori e vino, in un incontro inedito tra spirito e ubriachezza. Che non è solo allegria, ma anche un momento opprimente, contorto, spazzato via con un lampo di orgoglio. Belle parole per quei bastardi non più giovanissimi, gli stessi che hanno aperto Robert Plant, Ben Harper o i più analoghi Green Day: il tempo passa ed è dopo diversi anni, almeno tre, che si può notare una vera maturazione, come è dopo diversi anni che il vino buono si apprezza davvero. Il nuovo disco omonimo è il meglio di quanto mai registrato fino ad ora, perchè ruota completamente attorno alla ruota della variabilità: gli archi di “Trincea”, le voci accorate al limite dell’ironia in “Compro Oro” e l’amarezza di “Cassandra” costruiscono il concept più immediato che The Bastard Sons of Dioniso potessero mai confezionare, ovvero quello della sensorialità e dell’emotività umana, servito in un calice di sound che sfrutta al massimo la compattezza del trio. Certo che quella volta a X-Factor si sono giocati la carriera, ed i dadi stanno ancora rotolando sul tavolo della verità, quella che separa il mainstream dall’underground.





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