The Bastard Sons Of Dioniso
In Stasi Perpetua

2009, Sony
Rock

Attesissima prova discografica per il trio della seconda edizione di X-Factor
Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 05/11/09

C’era una volta la seconda edizione di X-factor, 100 volte più entusiasmante della terza attualmente in TV grazie anche all’invasione di due spiriti decisamente rock all’interno del roster dei partecipanti. Parlo della bergamasca Ambramarie Facchetti (cui SpazioRock ha dedicato un ampio speciale sulla fiducia) e dei Bastard Sons Of Dioniso, splendido trio di ragazzotti poco più che ventenni in diretta, con tutta la loro ruspante dirompenza, dalla Valsugana.

I Bastardi, bravi musicisti da sempre, hanno lasciato un segno più che indelebile all’interno del celebre talent show di Raidue, dove hanno personalmente riarrangiato tutte le cover che venivano loro proposte, rileggendole in una chiave che s'avvicinasse il più possibile alle loro sonorità hard rock, tanto che la grande Maionchi si è vista costretta ad introdurre tutti i loro pezzi premettendo che l’arrangiamento sarebbe stato “Bastardo” (per avere testimonianza di quello che vi ho appena detto, procuratevi l’EP “L’Amor Carnale” e gustatevi la versione punk barocca di “Contessa”, o la versione sguaiatissima e casinista di “Ragazzo Di Strada”).

Fondamentalmente, tutte le premesse che questo power trio ci ha mostrato nella passata stagione televisiva vengono riconfermate in questo primo full lenght su major, “In Stasi Perpetua”, per cui i Bastardi tornano a proporci quella miscela esplosiva di punk/hard rock che dimostra quanto i Nostri si siano applicati nell’ascolto di band quali Iron Maiden, Smashing Pumpkins, Green Day, Foo Fighters ecc.
Sapete, avendoli visti crescere in diretta televisiva, mi riesce davvero difficile riuscire a discernere la pura critica dalla simpatia che naturalmente nutro per questi ragazzi, per cui mi facilito la vita cominciando col dirvi cose certe che saltano subito all’orecchio.

Partiamo dalle liriche, che per la maggior parte sono in italiano: i Bastards si confermano in grado di unire, ad una proposta totalmente rock, testi che profumano veramente di "popolanità", di montagna e di polenta Valsugana. Ne avevano dato già testimonianza col tormentone estivo “L’Amor Carnale”, ma questa capacità lirica la ritroviamo anche nel primo singolo “Mi Par Che Per Adesso” (e già il titolo è un programma), oppure in “Io Non Compro Più Speranza”.

Poi, come non citare la produzione stellare ad opera del loro celebre vocal coach Gaudi, il cui piglio elettronico fa capolino svariate volte nel corso dell’album (ascoltate il suo tocco sulle sonorità post-grunge di “Una Canzone Probabilmente Inutile”), fino a manifestarsi in modo totalmente sfacciato nella sognante, quasi shoegaze-iana, title-track.

Vi sarete accorti, probabilmente, che, a conti fatti, ancora non ho cominciato a descrivere le canzoni di quest’album… Ebbene, dopo un'attenta riflessione devo ammettere, mio malgrado, che si tratta di brani prevalentemente deboli.
Sono ben pochi, difatti, gli episodi destinati a rimanere impressi a fondo nell’anima dell’ascoltatore, e sono tutti stranamente concentrati nella seconda metà dell’album, dove ritroviamo un’energica “Dal Risveglio In Poi” (fortissimo il divertissement sintetico posto in chiusura del brano), la cangiante “Versa La Mia Testa” (capolavoro che parte acustico e malinconico, salvo accelerare in una derivazione hard rock davvero irresistibile, con tanto di spirito corale nell’interpretazione vocale) e “Typical Pine Night” (il punto di incontro ideale tra il punk mainstream americano ed il riffing alla Iron Maiden).
Il resto davvero non spicca, fatta eccezione per lo swing di “Nothing To Talk About”, che ci restituisce con vera convinzione quella scarica "bastarda" cui accennavo all’inizio, quel sapore di bigiata scolastica, di sere passate al pub con gli amici sospirando sulla gnocca di turno che “tanto non te la dà”, di quella distensione rock che è sì presente in tutto questo cd, sia chiaro, ma non con la stessa carica e dovuta intensità lungo tutte le tracce.

Il passo in avanti è comunque notevole rispetto ai primi due demo/album (autoproduzioni distribuite a livello locale), segno che X-factor è una scuola (di che livello non sta a me stabilirlo in questa sede) in grado effettivamente di lasciare qualcosa in tutti i suoi concorrenti. Tuttavia è inutile negare l’evidenza: cari ragazzi, per quanto vi adori visceralmente, da voi mi aspettavo qualcosina di più, musicalmente parlando.

…e non posso negare che mezzo punto in più, a questo disco, lo assegno proprio in virtù di questa vostra simpatia ed onestà intellettuale, una dote che, purtroppo, non è comune e che ha saputo conquistare, a ragione direi, un format televisivo collaudato.
Avanti così Bastardi, che la prossima volta andrà sicuramente meglio! Ci si vede in tour (io un vostro concerto non me lo voglio assolutamente perdere)!

P.S. Ci terrei a far notare come questo cd sia in vendita a 12,90 Euro in molti negozi. Un’iniziativa lodevole da parte di questi bravi ragazzi di montagna il cui senso pratico si fa sentire anche in questi piccoli dettagli.



01. Se T’annoi
02. Mi Par Che Per Adesso
03. Nothing To Talk About
04. Una Canzone Probabilmente Inutile
05. Io Non Compro Più Speranza
06. War Is Over (Children Of The Grapes)
07. Senza Colore
08. Dal Risveglio In Poi
09. Versa La Mia Testa
10. Typical Pine Night
11. Ease My Pain

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