Piazza Vetra è un piccolo snodo immerso nel verde di Milano, alle spalle della Basilica di San Lorenzo, chiesa celebre per i suoi colonnati e per il Corso Di Porta Ticinese, un vialone che porta, in una piacevole discesa, verso i Navigli, verso la Milano da bere più dissoluta e modaiola, verso tutti i pregiudizi e le banalità che ognuno di noi, non residente a Milano, ha della capitale Lombarda.
I milanesi Stardog, con questo loro opera discografica, cercano di andare “Oltre Le Nevi Di Piazza Vetra”, ovvero oltre le dissoluzioni della Milano più giovane, creativa ed urbana (e la neve, in questo caso, è una celebre sostanza stupefacente che viaggia in grandi quantità in quella zona), ma anche oltre le idee comuni ed i pregiudizi nei confronti della città (e la neve, quindi, diviene polvere che si accumula stantia e vecchia su queste idee oramai consolidate, strato su strato).
Milano, negli effetti, è l’assoluta protagonista anche nella musica della band, che si destreggia tra un synth pop ottantiano di chiaro stampo “Bluvertighiano” ( “Gli Addii Di Anita” e “Tridimensionale”, dove c’è anche un sax che è quasi un omaggio ad Andy Fumagalli), nostalgia della canzone d’autore anni ’60 e celebrazioni culturali di chiara matrice Amor Fou (“Quale Estate” ed “Il Metodo”) e, per concludere, celebrali spiriti alternative inquieti e destrutturati alla Afterhours (praticamente, tutta la parte conclusiva del disco, da “Il Lamento Di Bardamu” in giù).
Purtroppo per la band, le ambizioni così chiaramente manifestate paiono essere un po’ troppo grandi rispetto a loro: questa opera terza, difatti, soffre pesantemente di una certa grossolanità nella struttura della canzone, uno spessore troppo grezzo che non appartiene a nessuno dei nomi citati sopra e che, quasi ribellandosi contro i Nostri, fa apparire questo disco assai poco…urbano.
Vi sono dei buoni spunti, principalmente la scanzonata energia pop travolgente su “Sai, Carmelo” e gli archi che conducono la ballad “Brindisi” verso un esplosivo ritornello rock, ma non sono sufficienti a risollevare le sorti del disco e paiono, piuttosto, essere le classiche eccezioni che confermano una regola.
In definitiva, quindi, gli Stardog forse guardano con troppa insistenza ai Navigli, al Magnolia e a tutto ciò che gravita attorno ad una Milano che, musicalmente, sembra loro non appartenere troppo, perlomeno ascoltando questa ennesima prova in studio.
Potrei essere pienamente smentito con una prossima opera discografica…anzi, perché no: quasi quasi, lo spero.
Purtroppo, però, il presente non è lieve come la neve, e pare essere, invece, piuttosto polveroso.
Stardog
Oltre Le Nevi Di Piazza Vetra
2009, Discipline Records
Alternative Rock
01. Quale Estate
02. Canzone Del Dove
03. Gli Addii di Anita
04. Il Metodo
05. Sai, Carmelo
06. Brindisi
07. Tridimensionale
08. “Ninna Nanna”
09. Il Lamento Di Bardamu
10. Come Cani
11. L’Avventura
02. Canzone Del Dove
03. Gli Addii di Anita
04. Il Metodo
05. Sai, Carmelo
06. Brindisi
07. Tridimensionale
08. “Ninna Nanna”
09. Il Lamento Di Bardamu
10. Come Cani
11. L’Avventura