Nick Drake
Pink Moon

1972, Island Records
Folk

Recensione di - Pubblicata in data: 06/07/12

Esistono luoghi ed emozioni che possono essere evocati guardando nel fondo di una tazza di tè fumante, come accadde a Marcel Proust, ma ne esistono altre che vengono evocate ascoltando un disco. Ciò è quello che potrebbe accadere se ti ritrovi ad ascoltare la voce profonda e malinconica di Nick Drake accompagnata dalla sua chitarra in “Pink Moon”, terza ed ultima fatica del cantautore inglese prima che il suo suicidio, dovuto ad un’overdose di antidepressivi, lo consegnasse ad un sonno perenne.

Chiunque si sia approcciato alla musica, può capitare che prima o poi tenga fra le mani un disco di Drake. “Pink Moon” venne composto nell’estate del 1971 e grazie alla collaborazione del cantautore con il tecnico del suono John Wood (che lavorò anche con Cat Stevens e i Pink Floyd) in veste di produttore, venne dato alla luce nel febbraio del 1972 per la Island Records. Un disco diverso dai due lavori precedenti, fatto di canzoni composte per sola chitarra e voce, ad eccezione della prima traccia “Pink Moon” che dà il titolo all’album, nella quale Drake pensò di introdurre alcune note di pianoforte. Una scelta, questa, voluta dallo stesso Drake per evitare orpelli sinfonici, ancestrali e sfumature orchestrali, imprese armoniche di vario genere che hanno caratterizzato i due lavori precedenti, entrambi ignorati dal grande pubblico (“Five Leaves Left” del 1969, in cui comincia a sperimentare l’orchestrazione, e “Bryter Layter” del 1970). Secondo quanto rivelò John Wood, la registrazione dell’album avvenne in due soli notti in cui Drake eseguì dal vivo tutte le canzoni accordando la chiatarra in maniera differente per ogni pezzo tralasciando di seguire gli standard classici. La reazione di Drake, se vogliamo anche di controcultura nei confronti della musica rock del periodo in cui visse, è sfociata in un album più scarno, minimalista, in cui emergono in 28 minuti e 30 secondi (questa è l’effettiva durata del disco) non solo la solitudine e la desolazione dell’artista che lo condurranno poi al suicidio, ma anche il suo talento riconosciuto solo a posteriori. Ascoltando le undici tracce che compongono il disco, sembra che il cantautore abbia l’intima necessità di riportare in musica non delle canzoni ma delle sensazioni scegliendo la forma poetica breve come in  “Pink Moon” e “Place To Be” o la forma della filastrocca come in “Road”.

Drake non ha avuto una lunga carriera alle spalle, ma la sua importanza negli anni che seguirono fu talmente tale che ancora oggi il suo lavoro è da considerarsi un esempio per molti cantautori e chitarristi.





01. Pink Moon
02. Place To Be
03. Road
04. Which Will
05. Horn
06. Things Behind The Sun
07. Know
08. Parasite
09. Free Ride
10.  Harvest Breed
11.  From The Morning

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