Yellowcard
Lift A Sail

2014, Razor & Tie
Alternative Rock

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 13/10/14

Fioccano le novità discografiche mentre sopraggiunge il tempo di grandi conferme e inevitabili polemiche. Ottobre, dal punto di vista promozionale, è il mese ideale per scoprire le anticipazioni delle tendenze musicali nei meandri del mainstream. Va già comunque esternata una forma di onore e gloria alla band riferimento della East Coast che ha contribuito non poco all'evoluzione del Revival Punk fino ai nostri giorni. Gli Yellowcard, però - e questo chi li segue non può negarlo - da anni non hanno più nulla da dire, nulla su cui polemizzare o battagliare, dal punto di vista contenutistico. Per cui si rifugiano nella ricerca di un sound più caldo e accurato, potente ma non graffiante, corposo e definito allo stesso tempo: è in questo senso che va accolto "Lift A Sail", senza contare i singoli d'anticipazione (uno su tutti "One Bedroom"), o il troppo semplice concetto su cui l'album vuole basarsi ma che si disperde da metà tracklist, troppo banale per essere considerato. Il nono album degli ormai storici, amati Yellowcard, più che ispirare o elevare, risente. Risente della forte influenza del Neo Power Pop Punk melodico alla Blitz Kids, sponda Red Bull Records, e nonostante questo non raggiunge i livelli di un'altra band analoga come ad esempio gli A Day To Remeber. Il tentativo degli Yellowcard è apprezzabile ed indiscutibilmente valido ma suona come un semplice obbligo contrattuale rispettato con distaccata motivazione e poco entusiasmo.



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