Una delle caratteristiche che ci distinguono maggiormente come esseri umani è la nostra naturale inclinazione a sognare. I sogni indirizzano la nostra vita, plasmano le nostre scelte, muovono le nostre gambe e ci guidano verso un obiettivo, per quanto grande e irrealizzabile che sia. Quello che non sempre ci chiediamo è cosa sacrifichiamo per i nostri obiettivi, non tanto per realizzarli, anche solo per pianificare i nostri giorni e tenere il nostro sguardo puntato in avanti, verso il futuro.
Secondo Daniel Tompkins, artista inglese e vocalist dei TesseracT e dei White Moth Black Butterfly, è nel momento in cui la nostra sensazione di controllo sul futuro crolla e i nostri piani vengono spazzati via da qualcosa di più grande, che ci viene presentato il conto. Rimaniamo soli con il nostro presente, che realizziamo di aver troppo a lungo trascurato. Questa è la principale ispirazione tematica dietro a "The Cost Of Dreaming", nuovo lavoro dei White Moth Black Butterfly, progetto eterogeneo e internazionale nel quale Tompkins si distacca dalla geometrica e futuristica ricerca di perfezione nelle sonorità prog metal dei TesseracT, per abbracciare elementi più pop e melodici, di maggiore immediatezza.
"The Cost Of Dreaming" parte volutamente proprio dalla componente onirica con l'atmosferica opener "Ether", tra le cui prolungate note si intrecciano suoni di natura primaverile e di giochi tra bambini, prima di irrompere nelle ritmiche ed elettroniche dance di "Prayer For Rain" e "The Dreamer", brani in cui si mette da subito in luce il duetto vocale di Tompkins con la voce fresca e "bambinesca" della britannica Jordan Turner. Il disco prosegue in una equilibrata alternanza di emozioni: la malinconica quiete del pianoforte che assume toni classici alla Iamthemorning in "Heavy Heart", la drammaticità di "Use You", l'intensità che sfocia nell'assolo di sax di Kenny Fong, ospite nell'album, in "Darker Days", l'irrequietudine delle ritmiche industrial in "Unholy". C'è spazio anche per un salto di complessità in "Bloom", indubbiamente il brano dall'anima più progressive in "The Cost Of Dreaming". Qui la batteria di Mac Christensen si alleggerisce in un tessuto jazz in netto contrasto con i tonfi secchi e tribali che produceva in "Unholy", e sostiene assieme al basso il parziale ricongiungimento di Daniel Tompkins con le sue più consuete radici con i TesseracT, anche grazie alla partecipazione del tastierista dei The Contortionist, Eric Guenther.
Lungi dal proporre strutture troppo studiate o ricercate, "The Cost Of Dreaming" si presenta dritto per quello che è. Un album che sa proporre musica per diversi stati d'animo, con diverse interpretazioni. Un album che sa essere diretto e coinvolgente grazie alla versione più amichevole possibile della, seppur sfaccettata, voce di Tompkins e ai variegati tocchi delle sue elettroniche, ma che sa anche colpire più a fondo con tracce che si fanno apprezzare a pieno ad ascolti successivi. Non si tratta forse di un lavoro compattissimo e caratterizzante per i White Moth Black Butterfly, ma sicuramente qualcosa di molto apprezzabile sotto diversi punti di vista.