When Saints Go Machine
Infinity Pool

2013, !K7 Records
Elettronica

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 09/06/13

Ammettiamolo: prima di cimentarsi in un qualsiasi ascolto, tra l’ascoltatore e l’album si instaura una sorta di “corteggiamento” visivo. Lo chiamano “mal di musica” ed il sintomo che meglio descrive questo stato è il ritrovarsi a sbavare sulla copertina ancor prima dell’ascolto. Se, generalmente, lo scopo di un artwork è quello di rappresentare al meglio il contenuto del disco, al fine di stuzzicare l’immaginazione dell’ascoltatore, “Infinity Pool dei danesi When Saints Go Machine viene sorprendentemente meno a questo proposito, sbattendoci in faccia l’improbabile rappresentazione mentale di un bambino che si diverte a giocare a The Sims nella speranza di costruire un’immaginaria e “infinita” piscina.

 

L’apparenza inganna, si sa, perciò non ci lasciamo intimidire da un “approccio” iniziale non proprio romantico. Tornando a noi, scopriamo quindi che il quartetto proviene da Copenaghen ed oggi taglia l’ambito traguardo del terzo album; la proposta non è altro che un electro-pop accuratamente infarcito da una vasta gamma di synth accompagnati da melodie frammentate, affettate e intagliate su basi che importano elementi tanto chiaroscurali quanto futuristici. A condurre le danze è la voce di Nicolaj Manuel Vonsild; se è innegabile che il vocalist sia la vera colonna portante della band, in questo caso il compitino sembra eseguito senza troppa enfasi, tra campionamenti vocali, ritornelli che non decollano e inutili sferzate in falsetto che persistono per tutta la durata del disco. La strada, del resto, è disseminata di buche e il pericolo è sempre dietro l'angolo. Vi capiterà - com’è successo al sottoscritto - di rimanere abbastanza contrariati e delusi davanti alla spudorata prima traccia “Love and Respect”, che ha tutte le carte in regola per essere definitiva una canzone rap (a fugare ogni dubbio la partecipazione del rapper Killer Mike, che non aggiunge effettivamente nulla ad un traccia non proprio entusiasmante). La “scoperta” iniziale cederà poi il testimone alla noia, e la noia all’insofferenza. Su due piedi, se dovessimo trovare un aspetto positivo in questo blando insieme di suoni e voci, salveremmo la fresca ed ispirata “System of Unlimited Love” o “Slace To The Take In You Heaven”, forse la migliore traccia dell’intero album.

 

A fine ascolto rimane quindi ben poco per cui gioire e l’artwork di cui si parlava nella premessa si rivela malauguratamente kitsch quanto il contenuto musicale dell’album. Un lavoro, quello dei When Saints Go Machine, che con la giusta (per non dire abbondante) dose di spensieratezza potrà essere ascoltato senza troppi intoppi, ma che in fin dei conti lascerà ben poche tracce del suo passaggio.





01. Love And Respect (feat. Killer Mike)
02. Infinity
03. Iodine
04. Yard Heads
05. System of Unlimited Love
06. Mental Shopping Spree
07. Degeneration
08. Mannequin
09. Order
10. Webs
11. Dead Boy
12. Slace To The Take In Your Heaven

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