Finntroll
Vredesvävd

2020, Century Media Records
Blackened Folk Metal

"Vredesvävd", o dell'arte di addentrarsi nelle foreste con uno spirito di avventura misto a un generale senso di inquietudine: chi meglio dei Finntroll potrebbe interpretare tale coacervo di sentimenti?
Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 15/09/20

Album numero sette dopo altrettanti anni di interruzione: i Finntroll, dei quali ormai si paventava la definitiva letargia compositiva, tornano in studio con un disco non certo innovativo, ma di discreto interesse. "Vredesvävd" si riallaccia a una specifica fase creativa della formazione finlandese, quella plasmata nell'esordio "Midnattens Widunder" (1999) e in "Ur Jordens Djup" (2007), lavori dalle atmosfere decisamente più tenebrose rispetto al solito black/humppa da allegra taverna scandinava. In ogni caso, la gravezza assoluta non dimora dalle parti di Helsinki: il songwriter principale, il keyboardist Henri "Trollhorn" Sorvali, imbastisce, infatti, dei brani compatti, strutturalmente semplici, dotati di grande ritmo, e con la componente orchestrale non troppo invasiva, benché onnipresente. 

Da bravi mestieranti, dunque, i nordici non lasciano nulla a desiderare e il materiale attuale offre in forma condensata ciò che fondamentalmente ne ha sempre contraddistinto lo stile; certo, lo scream di Mathias "Vreth" Lillmåns rappresenta ancora una volta il punto debole della band, ma questo aspetto diventa quasi del tutto ininfluente nel momento in cui i pezzi, veloci e aggressivi, centrano il loro obiettivo.

Sugli scudi in particolare il blackened folk spumeggiante di "Att Döda Med En Sten", il groove rock di "Ormfolk" e "Vid Häxans Härd", l'oscurità cadenzata di "Forsen" e "Ylaren", il melodic thrash di "Myren"; il resto, forse, segue un po' pedissequamente il classico trademark del combo, anche se la piacevolezza dell'ascolto non viene mai davvero meno. "Gränars Väg", "Stjärnornas Mjöd", "Mask", basano la propria ossatura sulla pervasività degli arrangiamenti tastieristici e su un utilizzo della melodia al limite del radiofonico, conservando, comunque, una buona dinamica interna anche quando a prevalere sia il mid-tempo.

"Vredesvävd", o dell'arte di addentrarsi nelle foreste con uno spirito di avventura misto a un generale senso di inquietudine: chi meglio dei Finntroll potrebbe interpretare tale coacervo di sentimenti? 




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool