Ci sono dei fattori notevoli che hanno dirottato l'attenzione sui Twin Atlantic alla fine di questa stagione musicale di cui i quattro di Glasgow interpretano una delle poche belle sorprese. In ordine: la fame di sonorità, la ricerca del giusto compromesso tra ritmo e melodia vocale e coristica, la capacità di saper abbracciare più generi sia ballabili che riflessivi (nel nuovo disco c'è di tutto, dal Glam Punk al Pop Rock, passando per ballate melanconiche e riff imponenti) e soprattutto il fatto di diventare sorprendenti ora, nonostante "Great Divide" sia il terzo album di studio, figlio di due opere ben calibrate - "Vivarium" e "Free" -, questione legata ancora una volta alla prepotenza di Red Bull Records. La band incarna appieno i valori che la propria etichetta intende sviluppare da ormai un paio d'anni, nella scalata al successo che in terra natia è sicuramente arrivato e che in europa è pronto ad arrivare anche grazie al proseguimento del tour autunnale che vedrà di scena i Twin Atlantic anche a Milano.
"Great Divide", letteralmente, è ciò che sembra, elevato al futuro, moltiplicato per tutti i cuori infranti e le reazioni d'orgoglio della nostra epoca: consigliate le due tracce diametralmente opposte "Fall Into The Party" e "Brothers & Sisters" per comprendere istantaneamente la dimensione sonora dei Twin Atlantic, una botta di vita in questo mondo grigio.