Twenty One Pilots
Scaled And Icy

2021, Fueled By Ramen
Alternative Rock

Arrivati al sesto album, Tyler Joseph e Josh Dun manifestano un lato più soft e creativo, ribadendo una versatilità sfoggiata con entusiasmo.
Recensione di Simone Zangarelli - Pubblicata in data: 25/05/21

Photo Credit: Mason Castillo

 

Tra le poche rivoluzioni musicali degli anni '10, in ambito rock e dintorni, ci sono sicuramente i Twenty One Pilots, duo di Columbus che suona come una furia e scrive con altrettanto fervore, campioni di vendite con "Blurryface" e benvoluti dal grande pubblico con il penultimo "Trench". Dopo un decennio di carriera quasi fulminante, tornare con un nuovo disco è (quasi) sempre un salto nel buio, bisogna tenerne conto. Così con il nuovo "Scaled And Icy" il gruppo intraprende una strada alternativa: non più cercare di scrivere l'ennesimo album spartiacque e al contempo pieno di hit (che comunque non mancano in questo caso), ma piuttosto rivelare un lato più soft e creativo di una band che sembrava identificata sempre di più con la schizofrenia di "Heathens" e "Stressed Out". Stavolta "Scaled and Icy" ci porta direttamente a un pool party ai tempi del liceo dove tutti sono invitati e l'atmosfera è di quelle in cui i pensieri svaniscono per una sera.

 

Al netto di un songwriting leggermente sottotono, l'originalità non manca e se doveste chiedere a qualcuno come si scrive una canzone pop/alternative Tyler Joseph e Josh Dun sono qui per dare ripetizioni. Si inizia con una "Good Day" beatlesiana fino al midollo, che prepara l'ascoltatore ad un diverso approccio. Un discreto ottimismo si fa largo attraverso i brani, da "Formidable" a "Mulberry Street", senza tralasciare il tratto caratteristico del duo: il flow, un misto di calma e incisività che attinge dal rap, dal reggae, dall'hip-hop e dall'R&B. Contaminazioni che si ritrovano anche in questa sesta fatica in studio ma ovattate da una produzione di livello altissimo che, nell'esaltare ogni suono, ogni synth, ogni mini riff, finisce per appiattire leggermente il risultato finale. Le tastiere riacquistano centralità come ai tempi di "Vessel", le chitarre passano un po' in secondo piano ma non rinunciano al ruolo di protagoniste in "Never Take It", i testi continuano a farci calare in un immaginario alla Peter Pan con dei momenti di leggera depressione. La delizia delle contraddizioni: ballare su testi che parlano di solitudine e sconforto. Cosa può esserci di meglio nel periodo post pandemia?

 

Due singoli hanno preceduto l'uscita: la mega-banger "Shy Away", convincente al primo ascolto e sempre più ricca ad ogni riproduzione, e la meno riuscita "Chocker", con i suoi momenti di breakdown in cui si sfocia nella ballad con ampio uso di riverbero. Una buona idea alla base, confermata da un testo molto più a fuoco della parte musicale. Ma il pezzo migliore del disco rimane "The Outside", connubio perfetto tra le atmosfere club notturne di questa nuova svolta pop/alternative e il groove del passato, il tutto condito da una melodia anni '80 abusata dai dischi pop degli ultimi due anni.

 

Nel complesso ci troviamo davanti ad un lavoro sicuramente meno solido di "Blurryface", ma è anche vero che album del genere non se ne scrivono molti. Con "Scaled and Icy" i Twenty One Pilots ci mostrano un universo più colorato e spensierato rispetto ai lavori precedenti e ribadiscono una versatilità sfoggiata con entusiasmo. Il groove non manca, le idee nemmeno, il disco è perfettamente in linea con l'universo dei TOP. Forse un po' più di consistenza non avrebbe guastato, ma quando si scrivono canzoni che ti fanno agitare ogni parte del corpo queste remore passano in secondo piano.





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