Destruction
Thrash Anthems II

2017, Nuclear Blast
Thrash Metal

Recensione di Federico Falcone - Pubblicata in data: 12/11/17

Dieci anni. Tanto è passato da quando i Destruction pubblicarono "Thrash Anthems", compilation di vecchi brani che Schmier e soci decisero di ri-registrare per dar loro una nuova veste, più fresca e adatta a un sound moderno.

 

Una decade dopo la band tedesca dà alle stampe il secondo capitolo di questo progetto dal titolo "Thrash Anthems II" e, anche qui, a comporre l'album sono vecchie canzoni rilucidate e portate a nuova vita. Come lo stesso singer e bassista del trio ha avuto modo di rivelare, la scelta di fare uscire sul mercato questo full-length è stata dettata dalle continue richieste da parte dei fan, specialmente quelli più datati, di rivalutare il vecchio repertorio, troppo penalizzato da una produzione deficitaria e non all'altezza del nome Desctruction: probabilmente anche i thrasher più oltranzisti, amanti delle sonorità grezze, ruvide e sporche, apprezzeranno la potenza dei brani incisi ex novo. Particolarità di questo lavoro, inoltre, è quella che può essere definita un'autoproduzione. Già, perché sembra che l'etichetta del gruppo, la Nuclear Blast, in un primo momento abbia perentoriamente accantonato l'idea di pubblicare questo disco, lasciando alla band la possibilità di autofinanziarsi e, quindi, produrre l'LP. In seguito, dopo aver visto l'interesse attorno al progetto, la label è tornata sui suoi passi e ne ha avallato la distribuzione.

 

Pezzi storici come "Black Death" o "United By Hatred" vengono ringiovaniti di trent'anni, risultando più incisivi ed elaborati rispetto a quanto le precedenti incisioni erano in grado di far trapelare. "The Antichrist" e "Black Mass" sono le classiche bombe di terremotante thrash metal che faranno spaccare i colli per l'headbanging ai supporter della formazione teutonica, mentre la chicca imperdibile risulta la presenza di "Frontbeast", dal primo demo "Bestial Invasion Of Hell" (1984).

 

A rendere la compilation ulteriormente apprezzabile concorre la presenza di guest star del calibro di Andrew Grieder, Oliver Kaiser, Tommy Sandmann, ovvero ex membri dell'ensemble tedesco che partecipano a tracce quali "Dissatisfied Existence" e "Ripping You Off Blind": vibrazioni positive scorrono nelle piste, a dimostrazione che il feeling non è certo scemato nonostante separazioni e dissidi. Completano il quadro degli ospiti Ol Drake, già in passato con gli Evil, Michael Ammot degli Arch Enemy e V. O. Pulver direttamente dai Poltergeist: una messe di artisti impegnati a rinvigorire con entusiasmo e passione un lotto di canzoni di grande valore, assurte a nuova vita e interpretate non lasciando nulla all'improvvisazione.

 

"Thrash Anthems II", visto nella sua globalità, risulta pregevole per il suo obiettivo di concedere una seconda chance ad alcuni vecchi brani e benchè la raccolta non aggiunga nulla di davvero inedito alla discografia del trio tedesco, tuttavia esso non lascerà indifferenti affezionati e neofiti. Undici capitoli di classica modernità, declinati con dinamismo e furore: il verbo dei Destruction non conosce le barriere dello spaziotempo.





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