Torna la band con uno dei nomi più lunghi dell’universo – ed in Italia è difficile immaginare qualcuno che abbia il moniker più lungo del loro – e lo fanno con l’estro e la stravaganza con cui, due anni fa, li abbiamo conosciuti con “Are You Crazy Or Crazy Crazy?”.
Per chi non conoscesse il power trio nostrano, al di là della verbosità più che evidente in tutto (date un’occhiata alla tracklist), i The Crazy Crazy World Of Mr. Rubik sono una band di alternative rock fortemente onomatopeico e dissonante. E se dissonante è un aggettivo critico che dice tutto e niente, credetemi sulla parola che “onomatopeico” non viene usato a sproposito. Perché a colpire in questo “Urna Elettorale” sono soprattutto i vocalizzi futuristi e completamente nonsense di Gabriele Ciampichetti e Matteo Dicembrio, e la metrica selvaggia e sregolata quando si ricorre all’italico idioma. Non solo, la musica segue a ruota questa sorta di caos ardito ma ragionato, proponendoci perlopiù uno stoner secco come il deserto dell’Arizona, tuttavia arricchito da atmosfere elettroniche e sintetiche. Le immagini che ci vengono alla mente durante l’ascolto sono audaci esattamente come la musica della band, per cui si passa dalla sensazione di essere di fronte al Tricarico in overdose da LSD in un trip rinascimentale nell’iniziale “Sabele”, per concludere con la stagione dell’amore di galline chiassose (!) in “Fantasamba”, per passare nel mezzo ad atmosfere carioca (!!!) vagamente suggerite da “Pababè”.
Tutto interessante ed affascinante, peccato solo che l’inciso, alla fine, proprio per questa sua arditezza sperimentale sia decisamente per pochi, e quei pochi difficilmente troveranno in “Urna Elettorale” il disco della vita. Se avete voglia di testare il vostro coraggio e la vostra “open mind-ness”, venite pure a partecipare a queste elezioni, la vostra scheda è importante; altrimenti…entrate, ed ammirate pure perplessi come se foste di fronte alle più astruse delle mostre d’arte moderna criptiche ed incomprensibili. Nessuno vi biasimerà per questo.