Avete programmi per questo giovedì sera?
Ebbene i The Blue Giants sono pronti a servirvi la festa infrasettimanale che andate cercando, quel tanto agognato break tassativo a ricaricarsi prima del colpo di reni finale necessario a raggiungere indenni, o quasi, il weekend.
"Flamingo Business" (ascolta QUI lo streaming!), disco di debutto della band vicentina, è appunto una grintosa celebrazione dal gusto classico. Rivisitazione contemporanea di quel sound da juke box d'altri tempi quando il rock era medicina effervescente e non (solo) droga e talenti in crisi.
E se le legs della opener non sono quelle delle cameriere degli ZZ Top, sarà facile perdonare la citazione grazie alla scossa della successiva "Electric" o alla iper catchy e pirotecnica "She's Fire" in terza posizione. Questo il singolo giustamente scelto per presentare un esordio col botto che invoglia appunto a fregarsene della routine e a far festa per l'intera durata di una tracklist che lascia davvero poco di intentato. Ne è ulteriore prova la successiva "Movin Like A Man" che ha una vivace asprezza che ricorda i Jet. Chi resta fermo ascoltandola paga il prossimo giro.
Si prosegue con la più mite "Changes", le cui coordinate rimandano a certe traiettorie bonjoviane, e l'adrenalinica "The Morning After" che catapulta nel più spumeggiante e vissuto backstage britannico (popolato di soggetti in hangover) con tanto di parentesi strumentale che si augura ai Blue Giants stia loro come "Welcome To The Jungle" sta ai Guns N' Roses. Sebbene il titolo vagamente psichedelico di "Space Caravan", i ritmi non si abbassano nemmeno nel trittico finale in cui spicca l'irresistibile "Dead Man Can Dance" in antifona alle ampie falcate di chitarra della conclusiva "Sick Again".
Dieci tracce che promettono faville dal vivo, in attesa che il tempo insegni alla band ad emanciparsi dai modelli più classici sì da meglio incanalare, attraverso la propria esperienza e prospettiva, il gran voltaggio rock a disposizione.