Charlotte Wessels
Tales From Six Feet Under

2021, Napalm Records
Alternative Rock

Chiuso il capitolo Delain, Charlotte Wessels riparte semplicemente da se stessa, liberando il suo spirito compositivo ed artistico in un album intimo, sperimentale e lontano dalle sonorità metal.
Recensione di Fabio Polesinanti - Pubblicata in data: 16/09/21

Quando ci sentiamo veramente liberi? Quando tutto quello che ci sta intorno diventa troppo stretto e costrittivo per noi? E quando è giusto decidere con coraggio e perseveranza di cambiare la propria strada? Domande che ognuno di noi si è fatto durante la propria vita, personale e professionale, e dalle quali nasce con tutta probabilità il lavoro solista di Charlotte Wessels dal titolo "Tales From Six Feet under".

 

Il 15 febbraio 2021 è una data che i fan dei Delain ricorderanno per parecchio tempo: come un fulmine a ciel sereno arrivò quel giorno la notizia che sancì la fine della band come la si conosceva sino a quel momento, lasciando solamente il tastierista e fondatore Martijn Westerholt sotto il nome e il logo della band. Ognuno degli altri, Timo, Otto, Joey e Charlotte hanno prese strade differenti da quella che per 15 anni è stata la loro band e gran parte del loro mondo. Una scelta dolorosa e di certo inaspettata per una band molto amata e che aveva saputo costruire anno dopo anno, con talento e sacrificio, il proprio spazio nell'universo del symphonic metal. Sarebbe forse errato ascoltare ed analizzare il primo lavoro di Charlotte Wessels senza prima considerare queste premesse, album che da progetto parallelo ai Delain, è diventato in maniera forse inattesa il cuore pulsante della nuova carriera della cantante olandese. Wessels ha infatti iniziato a maggio 2020 a scrivere, arrangiare e produrre brani proprio nel suo studio ribattezzato "Six Feet Under", portandoli man mano alla luce sulla piattaforma Patreon e instaurando attraverso essa un filo diretto con i fan. Nato per la necessità di esternare idee e sensazioni non adatte forse all'universo Delain, ma perfettamente in linea con lo spirito ed il talento di Charlotte, quello che era forse solamente uno sfogo evasivo, è diventato un modo per trovare una via nuova, diversa, sviluppatasi proprio in un periodo così delicato e non facile dal punto di vista umano e professionale.

 

Un album estremamente personale, dove i confini musicali sono estremamente incerti, labili e  quasi mai definiti e marcati. A caratterizzare il lavoro è la voglia di sperimentare della cantante, che non pone quasi nessun vincolo per spaziare tra soluzioni intime, synth, rock melodico o ambient, lasciando la sua fantastica voce libera di vagare da un luogo all'altro, con la sfrontatezza di una debuttante ma allo stesso modo la sicurezza di una veterana quale è. Si crea così un mix eterogeneo e stimolante, dalle coordinate lontane anni luce dal metal e dai Delain, quasi che la voglia di sperimentare abbia alimentato il distacco, anche musicale, da ciò che era il suo mondo e, forse per un certo periodo, la sua comfort zone. Tra la delicatezza di Kari Rueslatten, le sperimentazioni di Kate Bush, le ambientazioni di certe sonorità di Tori Amos, difficile davvero catalogare in un solo genere il lavoro di Charlotte, ed è forse questa una delle sue forze, unite ad una freschezza figlia di una completa libertà espressiva che forse la stessa cantante non ha mai potuto avere. Da "Superhuman", che si muove su delicate atmosfere ambient, si spazia poi tra gli echi sussurrati ed emozionanti di "Victor", le fantastiche venature rock psichedeliche di "Source Of The Flame" e le atmosfere dark-gotiche di "Cry Little Sister". Molto interessanti "Lizzie", dove nasce un originale duetto con Alissa White-Gluz, qui in una versione soft decisamente atipica, e l'oscura e martellante "Afkicken", cantata in lingua madre. "Soft Revolution" parte dolcissima e delicata, per poi prendere corpo e carattere su quello che è forse l'ultimo riferimento sussurrato ai Delain, condiviso con l'unico pezzo rock/metal dell'album, "FSU". "New Mythology" è invece eterea e sognante, mentre "Masterpiece" strizza decisamente l'occhio ad un pop di classe e non banale.

 

"Tale From Six Feet Under" è un album che trasuda talento, idee, innovazione e voglia di sperimentare e che ha come filo conduttore l'emozionante voce di Wessels, che ha affrontato questa nuova sfida con la mente libera da stereotipi o pregiudizi, semplicemente guardando dentro se stessa ed esprimendo senza timore le proprie emozioni trasformate in musica. Troviamo un caleidoscopio di sonorità libere che prendono spunto a piene mani da generi più vari, ma che sono uniti in un filo conduttore di originalità e di sperimentazione, che testimoniano il talento della cantante olandese e la voglia di guardare avanti senza paura e senza rimpianti. Charlotte si ritrova a lavorare con le nude mani come su creta grezza, dando vita a composizioni personali che si fondono con l'arte e con il respiro stesso di aria nuova. Prima interprete, ora artista cresciuta e senza confini.





01. Superhuman
02. Afkicken
03. Masterpiece
04. Victor
05. New Mythology
06. Source Of The Flame
07. Cry Little Sister
08. Lizzie - A Duet with Alissa White-Gluz
09. FSU (2020)
10. Soft Revolution

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