Skyclad
Forward Into The Past

2017, Listenable Records
Folk Metal

Recensione di Riccardo Marchetti - Pubblicata in data: 22/07/17

"Welcome back my friends..."

 

Così esordisce il redivivo Kevin Ridley nella veloce intro che apre l'album. Esatto, sono tornati, non ci speravate più, eh? Invece gli Skyclad sono nuovamente tra noi, pronti a ridare linfa vitale a quel folk metal che loro stessi, agli inizi degli anni '90 hanno contribuito a fondare. Si sono fatti attendere tanto, otto anni per l'esattezza, e tanto si è discusso sul precedente lavoro, "In The All....Together", descritto dalla critica come un lavoro diverso e non sempre pienamente riconducibile al trademark della band.

 

Iniziamo, dunque, dicendo che se cerchiamo un lavoro che riprenda in qualche modo la tipica impronta della compagine britannica... potremmo essere sul sentiero giusto! Questa nuova incisione, "Forward Into The Past", ci riporta a sonorità genuine, dirette e chiassose al punto giusto. A dare man forte agli aspetti compositivi giungono anche l'artwork dal tratto simile a quello degli album che furono e il rientro in formazione del chitarrista Dave Pugh, già chitarra solista nella decade '92-2002. Certo, non ci si può aspettare la band che fu ai tempi di quando alla voce vi era un certo Martin Walkyier, ma tutti, proprio tutti, fanno il loro dannato sporco lavoro. Un full length diretto, con pochi fronzoli, ma comunque potente e spedito: i ritmi salgono e scendono, ma quando la band accelera l'energia è quella giusta, mentre sui pezzi più lenti e riflessivi l'allegria e il sentimento prendono il sopravvento, dando corpo alle canzoni. Il sound è un sapiente melting pot di chi arriva dagli anni '80, l'esperienza ha sempre un perché: heavy e folk vanno a braccetto, chitarra e violino vorticano in una danza tanto energica quanto semplice, capace di far volare via tutta la durata dell'incisione. Ogni tanto sentiamo far capolinea persino una punta di punk, perfetto per dare la rabbia giusta e far riaccendere l'entusiasmo dei fans che seguivano la band già dai primi anni '90.


Il gruppo di Newcastle confeziona un lavoro capace di riportarci indietro musicalmente, mischiando sapientemente tutto il loro repertorio: si spinge bene in canzoni come "Change is Coming", "Foward Into The Past" e "The Measure". Durante la composizione troviamo poi pezzi più complessi, alcuni di stampo più folk come "The Queen Of The Moors", in cui chitarra acustica e violino prendono le redini senza però limitare l'energia del sound che resta vigoroso e la avvolgente ballad "Words Fail Me", altri più vicini all'heavy-prog come "Last's Summer Rain". Di pregio, in questa direzione troviamo gli assoli di chitarra, interessanti medley inseriti nelle incisioni per dare note di complessità e ricercatezza, ve ne sono infatti di godibili e anche pregiati.

 

Si tratta dunque di un buon album sebbene ceda un po' nella seconda metà, adagiandosi su brani semplici e più lineari. Nonostante manchi qualcosa rispetto al passato, in particolare il più ampio respiro internazionale figlio di Walkyier, quanto proposto riesce comunque a scorrere e intrattenere, invitandoci a sorseggiare una buona birra artigianale e cantare a ritmo!





01.A Storyteller's Moon (Intro)
02.State of the Union Now
03.Change Is Coming
04.Starstruck?
05.A Heavy Price to Pay
06.Words Fail Me
07.Forward into the Pas
08.Unresolved
09.The Queen of the Moors
10.Last Summer's Rain
11.The Measure
12.Borderline
13.A Storyteller's Moon (Outro)

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