Skunk Anansie
25LIVE@25

2019, Carosello Records
Alternative rock

25 anni di carriera raccolti in un doppio disco dal vivo che compendia le esibizioni più esplosive degli Skunk Anansie. Il risultato è un live anticonvenzionale e ricco di spunti.
Recensione di Simone Zangarelli - Pubblicata in data: 25/01/19

Gli Skunk Anansie sono un animale raro nel panorama rock e lo erano già 25 anni fa durante l'esordio: un crogiolo di etnie, background e mentalità, emblema di quella Londra degli anni ‘90 che si faceva portabandiera del melting pot europeo. E la convivenza di varie culture prendeva slancio dalla musica e la nutriva. Ibrida, arrabbiata, politicizzata, la cifra di Skin e soci si è subito caratterizzata per la fusione di stili che hanno radici profonde nella musica nera afroamericana (reggae, funk, hip hop) ma che è cresciuta nel terreno della rivoluzione post punk. Quindi mentre oltreoceano esplodeva il grunge di Seattle, pronto a spargere nel mondo il seme della protesta antisistema, l'Inghilterra era divisa tra l'apice del britpop (di cui le "fazioni" Oasis e Blur erano i simboli) e la vera novità artistica, il trip hop, ancora in via di definizione. E dove si collocano gli Skunk Anansie in questo panorama? A parte. Di certo sensibili ai cambiamenti che stavano investendo la musica di fine secolo, la band di Londra decide per una scelta di personalità, sceglie la propria via stilistica anticonvenzionale, correndo il rischio di rimanere potenzialmente isolata rispetto alle correnti che attraversavano il periodo. Così non accadde. Le collaborazioni con BowieBjorkU2, solo per citarne alcuni, ne sono un esempio. 25 anni dopo la scelta si è rivelata vincente e "25LIVE@25" ne è la dimostrazione. Il loro primo disco dal vivo, come dichiarato dalla band, si mostra come un florilegio della miglior tradizione degli Skunk Anansie esibita in 26 canzoni dal vivo, registrate dal 2007 (dopo la reunion) ad oggi in giro per l'Europa. Una attestazione di orgoglio per una band che non ama guardarsi alle spalle, ma che, raggiunto il traguardo del quarto di secolo, decide anzitutto di festeggiare con i fan coinvolgendoli direttamente in questa raccolta. Dalla Germania, alla Francia, all'Inghilterra, le registrazioni coprono un percorso, oltre che temporale, spaziale, che ha il suo cuore nel vecchio continente prima di tutto come ideologia, una casa accogliente e irrinunciabile, come dimostrano le chiare posizione anti-brexit sostenute da Skin. In questo contesto non poteva mancare l'Italia, dove ancora oggi risiede una delle fanbase più attive della band e dove si sono svolti alcuni dei live di maggior successo, come quello di Taormina del 2010, incluso nella raccolta.

 

La forza degli Skunk Anansie si trova soprattutto nella loro incredibile energia sul palco e 25LIVE@25 ha il compito di mettere in luce questo aspetto. La grinta e l'emozione segnano indelebilmente tutte le tracce lungo un percorso che si snoda fra i classici del passato, le hit internazionali, i nuovi brani e una selezione più ricercata che non lascia a bocca asciutta nemmeno i fan più curiosi. Non trattandosi di un unico concerto, è interessante notare due caratteristiche: la prima, più tecnica, è l'uniformità nel sound che Jeremy Wheatley, collaboratore da lunga data della band, conferisce senza far percepire un salto di stile fra una registrazione e l'altra. In secondo luogo, l'esperienza d'ascolto si svicola dalla tradizionale progressione ordinata numericamente dalla tracklist, sicuramente indispensabile per un primo approccio, ma che può essere affrontata anche per gruppi di canzoni. È possibile infatti riconoscere l'insieme di brani più impegnati politicamente ("Little Baby Swastikkka", "Intellectualise My Blackness", "Selling Jesus"), i brani della rabbia ("Because Of You", "Charity", "I Can Dream"), quelli più intimisti ("Hedonism", "You Saved Me", "Weak"), o i più movimentati ("My Ugly Boy", "Twisted", "Love Someone Else"). Una libertà di interazione che è il riflesso di una moltitudine di stimoli offerti, con la doppia funzione di incursiosire i novelli ascoltatori e di proporre nuove chiavi di lettura ai più affezionati. Da tutto ciò emergono due protagonisti assoluti: la prima è Deborah Dyer, in arte Skin, una delle voci rock femminili più particolari ed incantevoli dell'ultimo trentennio. Non solo per via della tecnica o per la timbrica inconfondibile, ma l'utilizzo versatile e creativo del suo strumento si svela nelle parti ironiche e ritmate, come quelle di "Yes It's Fucking Political" o "Tear The Place Up", in cui l'interpretazione gioca un ruolo chiave. Una voce che può essere dura e irruente come in "Because Of You" o nella superba "Charlie Big Potato", oppure può essere soave ed eterea, nel caso di "Secretly" o della mozzafiato "Squander". L'altro grande punto di riferimento nel disco è Richard "Cass" Lewis, bassista e membro fondatore degli Skunk Anansie. Oltre ad essere uno dei bassisti inglesi più grintosi nel panorama attuale, il sound e la personalità di "Cass" si impongono con prepotenza in tutto 25LIVE@25. Il contributo preziosissimo in pezzi come "Spit You Out" e "My Love Will Fall" e gli abbellimenti in "Weak" e "You Saved Me" lo ergono a vero e proprio traino della sezione strumentale. Altrettanto indispensabile il contributo di Mark Richardson alle percussioni, colonna portante del gruppo, e della chitarra di Ace, meritatamente esaltato in questo disco più che in altri. Il risultato mostra una band matura, complice, consapevole dei propri punti di forza che ha fatto del palco la sua dimensione naturale e del rapporto col pubblico il suo cardine. Alla fine di una densa ed esasperata versione di "You Follow Me Down", Skin congeda il pubblico con un appello che risuona sempre più attuale: "Prendetevi cura di voi, supportatevi. Non importa ciò succederà da stanotte in avanti, resistete!". Gli Skunk Anansie si sentono ancora portatori di un messaggio che dopo 25 anni non può scomparire, ma anzi deve riemergere oggi più forte, in tempi di crisi culturale. Anche su questo si fonda la loro musica.


Dopo il brillante esperimento di "An Acoustic Live in London", che ci ha mostrato la propensione ai dischi dal vivo ultimamente piuttosto che ai lavori in studio, 25LIVE@25 giunge come una boccata d'ossigeno nella discografia del gruppo guidato da Skin. Il tentativo fatto con l'ultima fatica data alle stampe, "Anarchitectury", si può considerare un passo falso, pur salvando il recupero della componente elettronica e l'introduzione di qualche espediente strumentale. Dunque da questo live bisogna ripartire. Prima di tutto celebrando i traguardi raggiunti e sperando che da quì si possa riconsiderare una nuova via artistica. Non un ritorno al passato, perché lo sguardo della band è sempre fuori dagli schemi, ma una riconfigurazione stilistica, un nuovo equilibrio. Ci si aspettava forse più uniformità in questo doppio disco ma gli Skunk Anansie sembrano dire: "Questo è ciò che siamo". Possiamo amarli o odiarli, ma di certo continueranno per la loro strada, sempre pronti ad andare controcorrente, consapevoli di essersi guadagnati un posto nella musica senza scendere a compromessi con chi li voleva (e li vuole) diversi.





01. Charlie Big Potato
02. Intellectualise My Blackness
03. Because Of You
04. I Can Dream
05. Charity
06. My Love Will Fall
07. Death To The Lovers
08. Twisted
09. My Ugly Boy
10. Weak
11. Hedonism
12. I Hope You Get To Meet Your Hero
13. Love Someone Else
14. This Is Not A Game
15. God Only Loves You
16. (Can't Get By) Without You
17. Secretly
18. Over The Love
19. Spit You Out
20. Yes It's Fucking Political
21. Selling Jesus
22. Little Baby Swastikkka
23. Tear The Place Up
24. Squander
25. You Saved Me
26. You'll Follow Me Down (Bonus Track) 

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