Minor Threat, Fugazi, e la sintesi del concetto cade sul ponte tra due epoche. 1985, Rites of Spring: considerato dai critici, dagli analisti, dai maniaci delle correnti, dai ricercatori di mercato (e non dagli indipendentisti e dai fruitori) come una sorta di pietra miliare dell'Emo Punk, il lavoro - unico, perchè durarono giusto il tempo di registrarlo e promuoverlo con 15 concerti - omonimo della formazione di Guy Picciotto è da annoverare tra le migliaia di opere concettuali ancora oggi scopribili tra i banchi di vinili di periferia.
Kurt Cobain, ossessionato e rispettoso del Punk New Wave dei Pixies, dei Melvins e convintosi dal principio di saper rinnovare e rivivere quelle sensazioni e quei suoni, inserisce l'album nella lista dei suoi preferiti. Striduli e incalzanti, i lineamenti imprevedibili di chitarra e le parti di basso calde e opprimenti costituiscono la base - aspra e rocciosa - di un'evoluzione incredibile che avverrà però dieci anni dopo l'uscita. Rites of Spring è la limatura parziale che pulisce la paura delle origini senza però rivelare l'oscura essenza del genere originale, mostriciattolo impazzito in barattoli di nicchia.
Mentre a Ovest la Alternative Tentacles coccolava Dead Kennedys e gli stessi Melvins, a Washington, grazie a dischi come questo, andava a rafforzarsi l'emblema della Dischord Records, riferimento basilare per la diffusione del genere fino e oltre il 2000. Nonostante i periodi storici siano lontani e stravolti, entrambe le case discografiche, apparentemente concorrenti ma rigorosamente indipendenti e operaie, continuano a sfornare lavori dirompenti puntando sui valori degli ultimi '80, opportunamente ridimensionati ai giorni nostri, o inesorabilmente fermi e furenti nella dimensione di appartenenza.