Autopsy
Puncturing The Grotesque (EP)

2017, Peaceville Records
Death Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 14/12/17

Il mondo del terrorismo musicale spesso ammanta le proprie vesti di ornamenti e decori che ne snaturano l'atavica violenza: forzate contaminazioni con altri generi, liriche al limite del pretenzioso, divagazioni melodiche di dubbia necessità, il desiderio di evadere dall'underground strizzando l'occhio alle lusinghe omogeneizzanti del mercato. Fortunatamente gli Autopsy si muovono in direzione inversa: cruenti, spensierati e limacciosi, attraccano sullo sponde dello Stige recando come dono regio un EP su cui riversare storie intrise di sangue, caos e perfidia.
 
 
Trent'anni di putrescente carriera, consacrata a un death metal old school privo di eccessivi  tecnicismi e ghirigori e in grado di toccare egregi picchi qualitativi in lavori di culto quali "Severed Survival" (1990) e "Mental Funeral" (1991): "Puncturing The Grotesque" ben si inserisce nella catena gustosamente rancida e vomitevole della band statunitense, dopo lo sbriciolante mini LP "Skull Grinder" (2015). Ventitrè minuti nei quali si alternano controllata lestezza e vertiginosi rallentamenti, liquami maleodoranti e sinistre eviscerazioni, in un decomposto amalgama ove il quartetto resta a galla con amabile pesantezza: uno stile unico, ricco di influenze disparate, teso alla ricerca sonora nell'alveo della purulenta tradizione e lontano da ammiccamenti mainstream e derive da pensione anticipata.
 
 
Se l'intro "Depths Of Dehumanization" trascina l'ascoltatore tra rigurgiti infernali e fetide esalazioni, la title-track fonde in un malsano abbraccio l'immediatezza dell'hardcore punk e la velocità del thrash, avvalendosi del ringhio rituale di un Chris Reifert in forma smagliante e del guitar work di Cutler e Coralles, affilati rasoi in grado di squarciare casse e timpani. Il basso martellante di Joe Trevisano e il drumming sincopato del singer in "The Sick Get Sicker" accompagnano nevrotici fraseggi heavy/doom di magmatico occultismo, mentre "Gas Mask Lust" e "Corpses At War" non disdegnano adipose frattaglie sludge e rantolanti cambi di ritmo all'insegna di una maligna e folle virulenza. Chiudono il lotto l'inabissamento splatter/stoner di "Gorecrow" e la cover "Fuck You!!!" dei cugini Bloodbath, una scheggia impazzita in un paiolo complessivo di marcio slow-tempo in discrepante crescendo.
 
 
L'artwork mefitico di Dennis Dread e una produzione attenta a carpire le varie diramazioni del sound dei nostri impreziosiscono un piccolo gioiello di totale dedizione all'estremo: in attesa del prossimo lavoro sulla lunga distanza, gli Autopsy dimostrano freschezza e macabra genuinità nonostante i lustri si accatastino inesorabili. Brutali vibrazioni e poltiglia adrenalinica: salsa funesta per altari grotteschi.




01. Depths Of Dehumanization
02. Puncturing The Grotesque
03. The Sick Get Sicker
04. Gas Mask Lust
05. Corpses At War
06. Gorecrow
07. Fuck You!!!

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool