Giungono alla loro seconda fatica in studio i salentini Playontape, e decidono di vestirla di smagliante bianco. Un bianco che fa a pugni con le tinte di un'opera interamente coperta delle tonalità sature e pulsanti dell'elettronica, che si dibattono sferzate dai riverberi delle elettriche in nere campiture di spleen post-punk.
Ci sono echi di Joy Division, quelli nudi e crudi, tra ipnotici rallentamenti e drammatismi al microfono; c'è anche la sapiente assimilazione di moderne (forse ormai non più di tanto) declinazioni della corrente, tra l'ostinata e apatica monocordia degli Interpol ("Lies") e l'intensa verve melodico-chitarristica dei primi Editors ("Dust"). Ma qua e là vibrazioni d'insolita luminosità e interessanti accoppiamenti di tastiere e basso ("The Heat") o atmosfere maggiormente anthemiche per quanto sempre claustrofobiche (i ritornelli della title track, prima di venire inghiottiti da schiere di chitarroni) riescono a proporre personali interpretazioni della lezione, rivitalizzando stilemi spesso asfitticamente strabusati da compagni di genere: così nel complesso "The Glow", senza comunque accecare, riesce a illuminarsi d'innegabile ispirazione e piacevolezza.