"Quattro storie senza alcuna pretesa". È così che i Folkstone definiscono la loro arte, ma è proprio nella purezza, nella semplicità e nell'umiltà dei loro racconti che si cela la grande forza della loro musica. Ascoltare i Folkstone è come tornare al principio, andare a riprendere delle questioni fondamentali senza per forza dare loro delle risposte e ritrovare il gusto nelle cose primordiali e nei bisogni più profondi e naturali. "Dormi ma lascia i tuoi sensi desti / sorprenditi e scolpisci il senso di ogni cosa / Divora il vuoto con la fantasia / lenta e sottovoce riempirà i tuoi perchè" cantano in "Le voci della sera", ed è così che i Folkstone sono sospesi tra realtà, magia e natura.
Ogni album è un traguardo, in se stesso e nella vita di una band, e i Briganti di Montagna sono arrivati ormai al quarto. Analizzando il loro percorso è evidente che già con "Il Confine" siano arrivati ad una maturità di suono e di stile davvero apprezzabile, e oggi hanno deciso di rimarcare questa linea. "Oltre... l'Abisso" è il loro nuovo capitolo e si apre con il botto di "In Caduta Libera", saggiamente scelta come primo singolo. Racchiude precisamente l'essenza folkstoniana fatta di una sezione ritmica indistruttibile e melodie inestricabili. Il timbro delle cornamuse irlandesi (uillean pipe) e scozzesi sono una delle grandi novità di suono immediatamente percepibili. Tutto normale se nell'immaginazione vi si stagliano sterminati prati verdi via via che i brani scorrono. Tra intermezzi indiscutibilmente celtici di flauti, arpe e cornamuse, riemerge l'essenza medievale della band. Impossibile non citare "Mercanti Anonimi", certamente uno dei picchi dell'album, dove troviamo nella sua forma migliore lo splendido contrasto di voci di Lore e Roby che, sostenendosi a vicenda, danno vita ad una forza inarrestabile. Il fascino antico che questo brano sprigiona è straniante e magico. Sullo stesso filone "Le voci della sera", che tra l'altro vede la prima ospitata dell'album, Chris Dennis al violino, sembra illuminare un bardo che racconta storie antiche. Non mancano i momenti di pura potenza come in "La Tredicesima Ora" o "Fuori Sincronia": "Affogami di idee / dammi energia / quella che il tempo mi ha portato via" canta Lore immerso tra chitarre taglienti e una batteria furiosa. C'è spazio anche per la ballata, "Soffio di Attimi" e per la cover che, questa volta, è "Tex" dei Litfiba, che già avevamo potuto apprezzare live. "Oltre... l'Abisso" si chiude con una traccia omonima. Una conclusione amara, ma speranzosa, un ottimo riassunto di quello che rappresenta l'album intero.
"Oltre... l'Abisso" racconta le difficoltà della vita e le sorprese che ancora riserva. L'abisso è ciò in cui precipiti senza volerlo e senza sapere cosa ci sia dopo. Paradossalmente contiene anche la speranza che ci sia qualcosa di buono, in fondo. E per i Folksone credo che rappresenti un ulteriore splendido passo nella naturale svolta che stanno intraprendendo.