Motörhead
No Sleep 'Til Hammersmith (40th Anniversary Edition)

2021, Bronze Records
Heavy Metal

Un tripudio di grida e amplificatori a tutto volume.
Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 12/07/21

Articolo a cura di Matteo Alluzzi

 

Nato come il figlio meticcio e incompreso di hard rock e punk, l'heavy metal ha conquistato la scena inglese a cavallo tra gli anni '70 e '80 a colpi di riff taglienti e amplificatori spinti al massimo. Tra le band che hanno fatto la storia di questo genere non può mancare una menzione speciale per i Motörhead di Lemmy Kilmister, carismatico leader del gruppo che, armato di cappello da cowboy e una voce sferzante come lamine di ferro, ha portato i suoi ad un successo nazionale e internazionale.

 

"No Sleep ‘til Hammersmith" è il primo album live della band, registrato durante il tour inglese del 1981, in particolare tra Leeds e Newcastle. Accolto con grande entusiasmo dal pubblico, raggiungendo le prime posizioni delle classifiche inglesi dei tempi, questo album è una dimostrazione concreta della potenza sonora e della carica guerrigliera che i Motörhead erano in grado di esprimere dal vivo. Il disco è pubblicato dalla Bronze Records e prodotto da Vic Maile, che aveva già lavorato al leggendario "Ace Of Spades". Anche la formazione della band è la stessa del famoso album, con Eddie Clark alla chitarra e Phil Taylor alla batteria ad accompagnare basso e voce di Lemmy. Nella versione del quarantennale si trovano, oltre alle 11 tracce originali, anche 5 tracce bonus, di cui 3 prese dal soundcheck effettuato il 30 marzo 1981 alla Newcastle City Hall, oltre che i live integrali tenuti nella stessa Newcastle il 29 e 30 marzo dello stesso anno, e il live alla Leeds Queen's Hall del 28 marzo.

 

Il disco si apre con una versione esplosiva di "Ace Of Spades", seguita da una altrettanto serrata "Stay Clean". La successiva traccia "Metropolis" è caratterizzata da un riff dal suono quasi meccanico e da un incedere più lento delle precedenti, ritmo che viene subito rialzato dalla seguente "The Hammer", furiosa ai limiti del thrash metal. L'album continua poi con "Iron Horse", tributo ai motociclisti e alla loro vita dissoluta, e con "No Class", caustico attacco alla maschera dietro a cui molte persone si nascondono per comodità, impreziosita da un assolo di Clark sospeso fra il rock'n'roll e l'heavy metal. Il "lato B" dell'album si apre invece con "Overkill", una delle canzoni più iconiche del gruppo, con tanto di "finta" di finale per due volte, a ribadire il titolo della canzone. In seguito troviamo "The Roadcrew", pezzo dinamico di apprezzamento sul mestiere del roadie, "Capricorn", di ispirazione astrologica, che celebra il segno zodiacale di Lemmy, e "Bomber", altro pezzo iconico con richiami punk e riff tirati e veloci. L'ultimo brano degli 11 originali dell'album è l'omonimo "Motörhead", canzone sull'abuso di speed, che in questa versione live viene perfino accelerata in un'ultima selvaggia performance prima di chiudere il disco. Tra i brani aggiunti nella versione del quarantennale sono molto interessanti le versioni soundcheck di "Stay Clean", "Limb From Limb" e "Iron Horse".

 

Un tripudio di grida e amplificatori a tutto volume, con la possibilità di percepire l'entusiasmo del pubblico ogni volta che una canzone inizia o finisce, o quando Lemmy decide di parlare, "No Sleep ‘Til Hammersmith" è forse il modo più giusto di godersi una band che ha fatto della capacità di travolgere il pubblico una delle sue caratteristiche migliori, evidente in questo disco metallico ed esplosivo come il suono di una marmitta.





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