Behemoth
Messe Noire

2018, Nuclear Blast
Black/Death Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 03/04/18

Davvero un peccato che la tracklist presente sul CD di "Messe Noire", dal curioso artwork pompeiano, si limiti di fatto a un'esibizione live dell'intero "The Satanist" (2014). Il DVD allegato infatti testimonia la verve diabolica dei Behemoth in due concerti tenutisi entrambi nel 2016, rispettivamente al Brutal Assault in Repubblica Ceca e a Varsavia, nella natia Polonia: il gruppo mostra la propria innata malvagità affrontando brillantemente una robusta cifra di brani pescati altresì dal passato più remoto e dei quali avremmo gradito la presenza su supporto magnetico. Sebbene il titolo sabbatico lasci pensare a un rituale mefistofelico grondante sangue e dissacrazione gratuita, in realtà l'aria che si respira nelle nove tracce dell'ultimo album in studio dei nostri proposto on stage possiede le stigmate di un asciutto raduno dalla patina filosofica: il carisma scenico di Nergal, l'ugola grattugiata e baritonale  mitragliante sentenze da uomo indipendente che osa dire no, che si ribella ai dogmi e alle imposizioni, che utilizza al-Shaitan come exemplum dell'antropocentrismo accentratore, fodera di spiritualità gnostica un pubblico infiammato e allo stesso tempo in preda all'ipnosi collettiva. Death, black, archi, ottoni, inserti jazz, cori: un'opera che sfugge a precise categorizzazioni, summa di ragionata ferocia ed eleganza, in grado di restituire dal vivo la sensazione concettuale di un baratro maligno piuttosto che l'edonistico  sfoggio di semplice forza bruta. L'asservimento al Male presuppone del resto una lucidità prometeica di raffinata ribellione.

 

"I saw the virgin's cunt spawning forth the snake / I witnessed tribes ov Judah reduced to ruin / I watched disciples twelve dissolved by flame / Looked down on son ov god snuffed in vain": un'intro sulfurea e atmosferica anticipa e accompagna i ricordi di Lucifero in "Blow Your Trumpets Gabriel", le urla di Darski divengono conati di blasfemia, la bestia accusatrice di Dio, sadico marionettista delle coscienze, gorgoglia strangolata dalla sezione ritmica ossessiva di Orion e Inferno. Il riff principale attende il momento giusto, poi esplode prepotente e nel finale una perfida magniloquenza ghermisce la torma sottopalco. "Veto!": l'opposizione circondata dal pentagramma di fuoco del nero retaggio anima "Furor Divinus", pezzo ove la cieca veemenza caratteristica degli adolescenziali vagiti musicali del gran mescitore proclama che "Sacrilege in Gethsemane manifest", annullando qualsiasi pretesa di misericordia. L'antonomastica "Messe Noire" percorre massiccia e cadenzata la via sinistra del Credo in combutta  con l'apologia atrabiliare di una "Ora Pro Nobis Lucifer" che convoca Azazel e Apollyon a un banchetto opimo di furenti cambi di tempo.

 

Cugina di "Demigod", "Amen" lapida la "Bitch ov a sybilline vulva" in un folle crescendo strumentale il cui delirio sembra sospendersi in "The Satanist": il latino sacrilego disintegra l'Eucarestia, la discesa dal Monte Sinai scaraventa barlumi oscuri sulla turba reietta, il refrain anthemico si veste di sfumature rock sino a quando la curva della corruzione declina in un fraseggio esiziale tanto cupo e serrato quanto solenne. Nel frattempo l'Oriente satura l'impeto ancestrale di "Ben Sahar", mentre in "In The Absence Ov Light" un sintomatico recitativo da Wiltord Gombrowicz e il ritornello "Chant the psalm / Non serviam / Retrieve the pride / Within and without" conducono gli astanti alla glorificazione apodittica della libertà individuale. Chiude "O Father O Satan O Sun!", epico encomio del numero Sette e virtuosa conclusione di una passeggiata nell'Abisso primigenio, tra arcangeli, Cabala e demonologia egiziana.

 

Perfetta macchina da guerra, i Behemoth mietono vittime con la violenza e il pensiero: figli di una nazione profondamente Cristiana, la band calpesta la certezza salvifica del messaggio divino accendendo i lucernari di una purificatoria "Messe Noire". Del resto anche la Caduta dispone di una sua voluttà.






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