Un Rock controtendenza che anziché rasserenare o scacciar via le preoccupazioni, ci si rigetta dentro con la rabbia di una generazione delusa. E in cui si nasconde lo spirito indomabile del Punk arcaico.
Basta il titolo per capire quanto sia sociopolitica la seconda fatica dei Madreperla, dopo il debutto nel 2011 con “La Noia è Una Vostra Invenzione”: “Ho Quasi Trent’anni e Sono Pieno Di Debiti” è più della fotografia di una – o più di una – generazione che sta pagando decenni di deficit e cattiva amministrazione, e si trova ora a faccia a faccia con il proprio destino. Sogni infranti e sacrifici, alcuni tra gli aspetti più crudi e malinconici della vita: concetti che emergono indirettamente dai cori sostenuti e dai riff soffusi.
Il grido di rabbia arriva, stavolta, da Roma e dintorni: è la capitale che vive la crisi, riflessa nelle anime della gioventù, quella gioventù carica di invettiva e proposizione ma che non trova la sicurezza per costruire la propria vita. I testi concitati, grida sovrapposte di rivincita e debolezza, uniti al sound tarchiato e diretto, rimanda la band alle origini: il Punk degli esordi spesso riaffiora statuario, indomato, nel lavoro di rifinitura e solidificazione del quartetto romano, introducendo quasi gli stessi concetti attraverso i quali prese forma il genere dalla fine degli anni ’70. Lo si capisce anche dalla tracklist scheletrica ma intensa. È questa la vibrazione giusta in cui inserire storie di vita e aspettative future, ma ai Madreperla manca ancora il guizzo vincente per sfondare definitivamente: i prossimi concerti dal vivo contribuiranno positivamente alla squadratura del gruppo, dalla quale potranno nascere nuove idee per far evolvere la radicalità della formazione.
I Madreperla sono Fabio Prevedello Gorgoni, Teo Pizzolante, Giuseppe Nobile ed Andrea Del Vecchio, cantano in italiano senza mezzi termini ed è con carica e complicità che affrontano la vita di tutti i giorni: la difficoltà del precariato e il sogno di una giovinezza mai finita si incontrano sul palco dell’Indie più duro, solcato da timori e sfide da vincere.
“Un giorno ero bambino ma non me lo ricordo”.