Madreperla
Ho Quasi 30 Anni E Sono Pieno Di Debiti

2013, Autoproduzione
Alternative Rock

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 07/10/13

Un Rock controtendenza che anziché rasserenare o scacciar via le preoccupazioni, ci si rigetta dentro con la rabbia di una generazione delusa. E in cui si nasconde lo spirito indomabile del Punk arcaico.

 

Basta il titolo per capire quanto sia sociopolitica la seconda fatica dei Madreperla, dopo il debutto nel 2011 con “La Noia è Una Vostra Invenzione”: “Ho Quasi Trent’anni e Sono Pieno Di Debiti” è più della fotografia di una – o più di una – generazione che sta pagando decenni di deficit e cattiva amministrazione, e si trova ora a faccia a faccia con il proprio destino. Sogni infranti e sacrifici, alcuni tra gli aspetti più crudi e malinconici della vita: concetti che emergono indirettamente dai cori sostenuti e dai riff soffusi.

 

Il grido di rabbia arriva, stavolta, da Roma e dintorni: è la capitale che vive la crisi, riflessa nelle anime della gioventù, quella gioventù carica di invettiva e proposizione ma che non trova la sicurezza per costruire la propria vita. I testi concitati, grida sovrapposte di rivincita e debolezza, uniti al sound tarchiato e diretto, rimanda la band alle origini: il Punk degli esordi spesso riaffiora statuario, indomato, nel lavoro di rifinitura e solidificazione del quartetto romano, introducendo quasi gli stessi concetti attraverso i quali prese forma il genere dalla fine degli anni ’70. Lo si capisce anche dalla tracklist scheletrica ma intensa. È questa la vibrazione giusta in cui inserire storie di vita e aspettative future, ma ai Madreperla manca ancora il guizzo vincente per sfondare definitivamente: i prossimi concerti dal vivo contribuiranno positivamente alla squadratura del gruppo, dalla quale potranno nascere nuove idee per far evolvere la radicalità della formazione.

 

I Madreperla sono Fabio Prevedello Gorgoni, Teo Pizzolante, Giuseppe Nobile ed Andrea Del Vecchio, cantano in italiano senza mezzi termini ed è con carica e complicità che affrontano la vita di tutti i giorni: la difficoltà del precariato e il sogno di una giovinezza mai finita si incontrano sul palco dell’Indie più duro, solcato da timori e sfide da vincere.

 

Un giorno ero bambino ma non me lo ricordo”.





01. Lavorare Fa Male
02. Bava
03. 30 Anni
04. Il Grande Inganno
05. Mai Più
06. Belgrado 1999
07. Rodolfo (Storia Di Un'Auto In Fiamme)

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