In un arco di carriera lungo trentacinque anni, il trio dei Macabre non ha perso nulla della propria grottesca e delirante follia, benché già dall'ultima fatica "Grim Scary Tales" (2011) si percepisse, dal punto di vista del songwriting, un discreto ammorbidimento della proposta. Della mirabolante e geniale mistura di death, thrash, grindcore e humour nero che rese "Sinister Slaughter" uno dei migliori album usciti nel 1993, in "Carnival Of Killers" ne troviamo soltanto una riproduzione, riscattata comunque da un piccolo pugno di brani ancora capaci di terrorizzare e divertire gli affezionati.
La splendida copertina del disco raffigura un luna park gremito di serial killer, di cui ciascuna delle tracce racconta la storia: Ted Bundy con il suo braccio ingessato ed Ed Gein appaiono gli assassini più riconoscibili, ma, tra Leonarda Cianciulli, John Wayn Gacy, HH Holmes e Richard Ramirez, gli amanti dello spaventoso e del raccapricciante non potranno certo lamentarsi. La band dell'Illinois, del resto, è sempre stata maestra nell'assemblare testi sfiziosi e ben documentati, inerenti le reali imprese delittuose di psicopatici e affini e non nascondendo mai una vena ironica da macabri saltimbanchi.
E così, in un lotto inframmezzato da cantilene e vocine infantili, spiccano quei pezzi che passano inaspettatamente da scariche di riff taglienti e minacciosi a ritornelli melodici e giocondi. Un'alternanza che accomuna un po' tutti i brani, a dire il vero, diventando contagiosa nelle sanguinose miniature di "Your Window Is Open", "Stinky", "Joe Ball Was His Name", "Tea Cakes": Broadway, gli Annihilator, i Black Sabbath, i Dog Fashion Disco, i Faith No More, vengono centrifugati attraverso un filtro da teatro degli orrori che ingloba e respinge l'estremo con fare sornione e accattivante. Il gruppo, poi, rilegge, in forma alterata e contorta, popolari filastrocche per bambini ("Them Dry Bones", "The Wheels On The Bug"), senza, però, riuscire a incidere a fondo se non nell'immaginario campy di una determinata fetta di ascoltatori.
Manca della polpa al come back dei Macabre: "Carnival Of Killers" risulta, infatti, un lavoro dal peso leggero, piacevole e orecchiabile, nel quale, tuttavia, la componente metal emerge a singhiozzi o addirittura scompare all'interno di un'atmosfera cabarettistica sin troppo marcata. D'accordo non prendersi sul serio, ma attenzione all'autocaricatura.