Little Boots
Nocturnes

2013, On Repeat
Pop

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 10/05/13

"Quindi non ti fidare delle persone che incontrerai
Perchè nessuno è al sicuro su queste strade"

Questo cantava Stivalett... emh, Little Boots nell'hit single d'esordio "New In Town" nel "lontano" (un'era geologica, secondo il calendario del pop) 2009, e c'è da dire che la Nostra di strade pericolose ne sa qualcosa, visto che non si è mai sottratta ad un'impresa quantomeno stoica. Già, perché se fin sullo scorso "Hands" il paragone sorgeva quasi spontaneo, con questo "Nocturnes" viene di fatto conclamata la rincorsa ad erede di Kylie Minogue che la "dolce" Little Boots porta avanti attraverso la sua musica. Peccato che Victoria Christina Hesketh, colei che si cela dietro il moniker, della Minogue ha giusto la statura pokè, ed il numero di scarpe mignon. Per il resto, manca l'impatto estetico dell'immagine e, cosa ancora più tragica, il carisma.

Poco male, se c'è la musica, in fondo il crimine non è poi tanto grave, giusto? Ed in effetti, la piccina Victoria le canzoni robuste le aveva anche sul suo disco d'esordio, persino un singolo ("Remedy") di quelli che vengono passati ancora oggi sui dancefloor più glamorous; ma qui...a parte la melodia accattivante di "Crescendo" (un titolo, un programma), il resto scorre nelle banalità di un synth pop danzereccio che viene fatto molto meglio altrove, dalle solite galline vecchie che, però, sanno fare ancora il brodo molto buono. Non solo la faraona Minogue già tanto citata, ma anche il gallo cedrone Madonna Louise Veronica "dopo Ray Of Light ho voglia solo di ballare e basta" Ciccone (spudorati gli "omaggi" - chiamiamoli così - di "Every Night I Say A Prayer" e della conclusiva "Satellite"). A rendere, poi, il quadro sonoro ancora più fosco, il fatto di non aver chissà quali conclamate doti canore (non che nel pop siano strettamente necessarie) e, soprattutto, di non possedere un team produttivo all'altezza che enfatizzi a dovere i suoni, lacuna che, in questo inciso, è lapalissiana.

Succede, quindi, che il notturno di Little Boots getta ombre più che inquietanti sulla carriera di questa artista, non abbastanza splendente per essere pop, e non sufficientemente capace per essere indie. E nel non saper né di carne né di pesce, fisiologico l'essere destinati al dimenticatoio. Quindi, più impegno Stivalett... emh, Little Boots, altrimenti il tuo destino è già bello che segnato!




01. Motorway
02. Confusion
03. Broken Record
04. Shake
05. Beat Beat
06. Every Night I Say A Prayer
07. Crescendo
08. Strangers
09. All For You
10. Satellite

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