Kings Of Leon
Walls

2016, RCA Records Label
Alternative Rock

Un rock autentico, caldo, fatto di sudore e passione, spensierata giocosità e sincera tenerezza. Era il 2013 del capolavoro Mechanical Bull. Tre anni dopo, la tenerezza dei KOL prosegue e si sviluppa, in una raccolta di dieci storie: storie di persone, per le persone.
Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 16/10/16

Dicono che con il passare delle età si inizi ad apprezzare un insieme di sensazioni tanto piccole quanto costanti. Sono le stesse che affiorano nello sguardo di chi racconta le proprie età, di chi le rivive, ricordando e sperando. Michael Zajkov immortala nella cera un concetto cristallino e tristemente vero, così potente però da abbattere i muri che crescendo costruiamo, e invecchiando abbattiamo.


"I got caught in the middle of a hurricane fight facing the ground,
Beast to the wild with the porcelain smile as it passes around".


Markus Dravs (già Arcade Fire, Coldplay e Florence and the Machine) produce a Los Angeles - un ritorno di fiamma, senza le fiamme e i volumi degli esordi, nella città degli angeli (e dei volumi degli esordi) - il disco numero sette di una storia in cui si comincia a vedere, negli occhi a forma di onde sonore di chi ci sta parlando, la rielaborazione non solo di quindici anni vissuti decisamente On Fire, ma specialmente, ed in modo dolce e premuroso, l'analisi di una personalità che muta, rafforzandosi, mostrando un lato - l'ennesimo, e non ne avremo mai abbastanza - così gracile, debole e desideroso di protezione, che solo un cuore coraggioso può rivelare apertamente.


Leggiadro e beffardo come il differenziale cosmico che rende ogni giorno un'esperienza che non necessita di fotografie - Around The World è da ballare in dieci modi diversi, a noi provarli tutti - e allo stesso tempo pratico e spietato nel fissare, precisamente nello spazio e nel tempo, i riferimenti melanconici in cui ciò che è stato si è avverato, Walls è un domino di sentimenti destinati a capitolare e a mostrare, dall'alto, una concezione rinnovata dei sentimenti stessi, in un muro - di suono - disteso sotto ad una quercia, in un caldo tramonto estivo.


Muchacho e la traccia conclusiva Walls i momenti di indagine introspettiva più profondi, Waste a Moment e Find You i più euforici nella perfetta riproposizione dei classici Kings Of Leon: il nuovo album affronta le storie personali dei Followill, quelle che "fanno venire la pelle d'oca" e per cui "vale la pena trattenere il respiro". Quelle di cui abbiamo bisogno, nel tempo della fuorviante comunicazione per immagini. We are like loud stories, verrebbe da dire, in risposta alla più diretta e passionale definizione di un album che parla di persone per le persone: we are like love songs.





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