James Blunt
Moon Landing

2013, Warner Music
Pop

Il ritorno di James Blunt all'insegna della semplicità e dei valori
Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 20/10/13

Ritorna l’uomo, ancor prima che il cantautore dal decantato passato trascorso nell’arma britannica, un passato che riemerge in molte canzoni del presente. È sul veliero del folk che Capitan Blunt cavalca l’onda del successo, con una maturità autoritaria che gli consente di controllare ogni afflusso artistico, fino a sintetizzarlo in poche semplici tracce acustiche: la condivisione e la reciprocità delle emozioni colmano il gap della leggerezza di questo pop incentrato esclusivamente sulla sua voce unica. Con questa attitudine coesiva prende forma “Bonfire Heart”, on air già da luglio, in cui la sfera affettiva è preservata dal nuovo sound, frutto di una profonda riflessione nella vita dell’artista, lasciando da parte i grandi successi e le importanti conferme che hanno elevato James a riferimento assoluto. “Moon Landing”, quarto album di studio, maschera brillantemente elementi molto profondi e filosofici con scenari paesaggistici quasi surreali, disegnati con i tasti di un pianoforte con lo scopo di catturare l’uditore in un mondo a parte in cui il tempo si ferma permettendo riflessioni e propositi da realizzare nel mondo reale.

 

Oltre al singolo di presentazione, sono tre i brani a cui James Blunt è particolarmente vicino con i sensi e con i sentimenti: “Heart To Heart”, un dialogo sinfonico in cui la frizzantezza della passione rimbalza contro i vivaci toni delle tastiere, “Miss America”, la dedica diretta a Whitney Houston in primis e indirettamente a tutte le star che, oppresse dalle invenzioni mediatiche e dallo stress che la spasmodica popolarità comporta, sono divenute vittime della propria fama. La track conclusiva, “Blue On Blue”, esprime il sentimento romantico nella sua semplicità esecutiva: è questa la canzone cardine di tutto il disco, che ruota attorno all’essenzialità, la formula attraverso cui l’artista tocca molteplici argomenti esistenziali, bilanciando equamente la propria autobiografia con inviti alla riflessione e aforismi sociali.

 

Certamente basta poco per rendersi conto della facilità con cui Blunt riesce a confezionare singoli illuminanti e hit generazionali con il solo uso della sua voce, accompagnata dalla strumentazione che lui stesso suona, in modo mai elaborato ma davvero accessibile e delicato. Ma la semplicità tanto decantata, oltre all’aspetto tecnico-stilistico-esecutivo dell’album, è il frutto della comunicazione dei sentimenti più immediati che animano gli organismi umani: “Moon Landing” è un invito alla sincertià, al sorriso, a fermare la rotazione del mondo e pensare a migliorarlo, ripartendo dalle scintille accese dalle relazioni positive e benefiche.

 

"People like us, we don't need that much
Just someone that starts,
Starts the spark in our bonfire hearts"





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