Immolation
Kingdom of Conspiracy

2013, Nuclear Blast
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 14/05/13

Se siete deathers di medio/lungo corso e magari con qualche capello bianco in testa probabilmente sarete capitati su questa pagina per curiosità sbirciando subito il voto a fondo pagina. C’è poco da dire infatti su un’istituzione come gli Immolation, mai adeguatamente considerati dal “grande” pubblico per il proprio contributo al metal estremo dal 1991 ad oggi, un esempio di integrità e maestria suprema, senza strane velleità artistiche risultate poi clamorosi fiaschi o stravolgimenti particolari.

I nostri suonano il loro death metal e tanto basta. Rinocoscibili tra migliaia al primo attacco, sempre fedeli a se stessi eppure in costante evoluzione. O per meglio dire affinamento a 360°, dal songwriting (ormai davvero articolato, ma ben lontano dalle cervellotiche masturbazioni strumentali moderne), alle atmosfere cucite addosso a ogni brano, all’imprevedibilità di stacchi, assoli e ripartenze continue. “Kingdom of Conspiracy”, nono album in carriera, il secondo per Nuclear Blast dopo il buon “Majesty and Decay”, è una lezione “urbi et orbi” su come dovrebbe essere un album death metal: violentissimo, malato, sinistro, coinvolgente.

Un sound nervoso, mai veramente lanciato in cavalcate a tutta velocità, crea una continua tensione durante l’ascolto, con un senso di melodia (ripetiamo, malata e sinistra) davvero esemplare che si fonde a meraviglia con i riff dissonanti della coppia Vigna/Taylor, facendo affiorare tutto il feeling plumbeo di “Kingdom of Conspiracy”. A differenza di altri infatti, la prima cosa che colpisce degli Immolation è che gli americani riescono sempre, e in questa tornata in modo particolare, a mettere in primo piano il messaggio da trasmettere, le sensazioni da far vivere agli ascoltatori, non attaccandoli in modo diretto e brutale ma afferrandoli piano piano col passare delle tracce.

Ovviamente di violenza ce n’è a palate in questo nuovo full-length, “non si cazzeggia in questo posto”, ma a conti fatti non è il reale motivo per ascoltare ancora ed ancora “Kingdom of Conspiracy”, la violenza è solo un mezzo per qualcosa di più grande e profondo, il che differenzia chi fa solo tanto rumore (magari in modo superlativo) e chi crea musica che rimane nel tempo. “Kingdom of Conspiracy” è la risposta alle seguenti domande: vale ancora esaltarsi per un disco death metal, in un periodo non facile per il genere? Ci si può ancora meravigliare di una band che ha iniziato quando molti di noi erano ancora alle prese con i pupazzi di “Bim Bum Bam”? Si può ancora ascoltre musica pesante “vecchia maniera”? Sì, dannazione, sì!



01.Kingdom of Conspiracy

02.Bound to Order

03.Keep the Silence

04.God Complex

05.Echoes of Despair

06.Indoctrinate

07.The Great Sleep

08.A Spectacle of Lies

9.Serving Divinity

10.All That Awaits Us 

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