Good Charlotte
Youth Authority

2016, MDDN/Kobalt
Punk Rock/Pop

Recensione di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 26/07/16

Il bello e il buono del giornalismo musicale sta anche nei retroscena che gli artisti rendono noti solo se glieli si chiede. Il nostro ruolo, qui sulla stampa online o su quella cartacea, è tanto importante quanto delicato. Ognuno di noi è portavoce di segreti, ambizioni e sogni di cui non è sempre facile farsi carico al fine di diffonderli. Abbiamo raggiunto a Sidney Joel Madden, che in un giorno di pioggia ha rigettato tutta la discografia prodotta sin'ora: cinque dischi dei Good Charlotte, cinque opere che gli hanno permesso di arrivare ai vertici, buttate all'aria. A volte capita, ai pittori, agli architetti, ai ragazzi che in un pomeriggio d'estate tolgono tutti i poster ammassati confusionariamente sul muro, anche agli scultori di note: si chiama crescita, non è facile da capire se non raccontata, o svelata.

 

Immaginate di ascoltare le nuove canzoni senza aver prima letto la nostra intervista a Joel. Rischiereste di approcciarvi ad un nuovo disco con il legittimo stereotipo delle precedenti produzioni. Non va bene. Perché se è vero che Good Charlotte sono tornati dopo diversi anni di silenzio, è soprattutto vero che lo hanno fatto con nuove convinzioni e una nuova attitudine DYI made in California, patria di essa, di cui Youth Authority, seppur in un contesto prettamente Pop, è impregnata. In sintesi, sono passati dai diktat dei discografici all'autoproduzione.

 

Cosa cambia con la pubblicazione del sesto album? Se ve lo diciamo, lo capite prima. Se non ve lo diciamo, lo capite lo stesso, dopo pochi minuti di ascolto. Spariscono le farciture elettroniche e tornano le chitarre acustiche, si parla di positività e non più di drammi o repressione, i gemelli si contendono il microfono per divertirsi e non per rivalità. Youth Authority racconta un passaggio, il momento in cui si raccolgono i bagagli di conoscenze accatastati in anni di esperienza e si parte per un viaggio di cui si ha piena consapevolezza. Non c'è nulla di più autoritario di uno sguardo convinto e sincero. Insomma, la stessa svolta di "Life Changes" ha portato a una vita che non potrebbe andare meglio di così. Life Can't Get Much Better.





01. Life Changes
02. Makeshift Love
03. 40 Oz. Dream
04. Life Can't Get Much Better
05. Keep Swingin' (Feat. Kellin Quinn)
06. Reason To Stay (Feat. Simon Neil)
07. Stray Dogs
08. Stick To Your Guns (Interlude)
09. The Outfield
10. Cars Full of People
11. War
12. Moving On
13. We'll Let It All Out
14. Life Is Hard

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool