Estate e concerti in ogni dove. Chi apre la pista, ora? Per la prima volta si può fantasticare nel pensare di riuscire a sopportare degnamente un tour da headliners. Il peso della nuova prova è alleggerito e spogliato di ogni pressione. Quali sono i cardini di un nuovo lavoro self-titled? I cardini non ci sono, sono stati scassinati nell’impeto delle registrazioni, nelle svalvolate anticipazioni, negli strappi dei teli di protezione. Si urla senza alcun filtro nel quinto album di Four Year Strong. La ‘movie band’ del Massachusetts si riscopre più forte che mai e confeziona un lavoro dall’anima adolescenziale – perché indisponente e beatamente disinvolto – e dalla corazza saldamente e fieramente indossata – perché il riferimento al passato (leggasi tendenza decennale) è netto e solido. Somme di suoni e sovrapposizioni vocali, una ricerca passionale e vertiginosa dell’armonia in un contesto di distorsioni e pedali mai provato in studio. “Four Year Strong” è un album fedele e perfettamente incarnato nell’attitudine della propria etichetta, che nel nome rilancia la carriera di una compagine che ha ancora molto da dire, e nel cuore conserva la violenta fragilità di chi del rammarico fa la sua linfa.