Five Finger Death Punch
The Wrong Side Of Heaven And The Righteous Side Of Hell Volume 2

2013, Eleven Seven Music
Alternative Metal

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 25/11/13

Questo mestiere a volte può essere noioso. Anche se lo fai solo come hobby e non come occupazione a tempo pieno, possono esserci dei periodi in cui esce poca roba e quella poca che esce è, tendenzialmente, noiosa. Così diventa un po' stancante anche dover passare dieci minuti a cercare le parole giuste per descriverlo. Poi arrivano dischi che aspettavi e, finalmente, quello che fai non è più così noioso. La seconda parte di “The Wrong Side Of Heaven And The Rightous Side Of Hell” dei Five Finger Death Punch era molto attesa e non solo da chi scrive, in effetti. Avete potuto ascoltarlo in anteprima qualche giorno fa sul nostro portale e oggi arriva anche la nostra recensione.
 
Riprendendo direttamente da dove il ben riuscito “Volume I” aveva interrotto, gli americani appassionati di film di Kung Fu ci donano un seguito piuttosto lineare, denominato appunto “The Wrong Side Of Heaven And The Rightous Side Of Hell Volume II”, e non si prendono troppi rischi: i due album si somigliano in tutto e per tutto, escludendo la copiosa presenza di ospiti del primo e, bene o male, sono anche un po' intercambiabili, con lo stesso mood e la stessa dinamicità tipica dell'alternative metal moderno. Certo, la sensazione che si ha ascoltando “Vol. II” rapportandolo alla prima parte è quella di un deciso rallentamento delle ritmiche. È un disco più “lento” - e le virgolette qui sono molto, molto grosse - e più riflessivo, soprattutto dal punto di vista testuale. Niente di terribilmente profondo o foriero di un messaggio particolare, sia ben chiaro, ma un po' più delicato.

Non è esattamente un capolavoro; l'album ha i suoi alti (“Battle Born”) e i suoi bassi (“Cradle To The Grave” non è esattamente il massimo), ma si mantiene sulla stessa linea del precedente, migliorandone alcuni aspetti ma con alcuni piccoli particolari che non brillano. Un buon disco che offre a Ivan Moody la possibilità di dar sfoggio della sua bella voce baritonale. Per fan e non solo, ma soprattutto per chi vuole un po' di sano heavy senza troppi fronzoli.



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